Purtroppo non è così: il mondo del lavoro, che in generale riserva sorprese per tutti, in particolar modo in questi anni si rivela una giungla complicatissima, in cui è difficile districarsi a causa dell’altissima concorrenza e dei pochi posti di lavoro disponibili dovuti alla crisi.
Come si può fare perché le nostre esperienze – di studio e di lavoro – siano redatte in un buon curriculum vitae? Ma soprattutto, come possiamo far sì che il nostro “biglietto da visita” risalti sugli altri e ci permetta di superare lo scoglio della prima selezione?
Non bisogna dimenticare, infatti, che spesso molte occasioni lavorative, perfette ai nostri occhi, si perdono durante questa delicatissima fase, in cui le aziende si muovono tra curricula redatti in modo anonimo e simile a molti altri: è evidente come, in questo mare di documenti apparentemente uguali, riesca a spiccare maggiormente il curriculum vitae la cui redazione presenti caratteristiche in linea con l’azienda stessa.
Ecco quindi qualche pratico consiglio per prepararci a superare questa difficile fase.
La redazione del curriculum vitae
Fase 1: come iniziare?
È ormai consuetudine affidarsi alla redazione del curriculum vitae in formato europeo (c.v. Europass) poiché questo consente di presentare i documenti in una forma standard riconosciuta e ritenuta valida in tutta Europa.
Tuttavia, se nella redazione del nostro c.v. ci limiteremo semplicemente ad inserire di volta in volta le informazioni richieste, compiremo il primo passo verso l’omologazione e l’anonimato.
La prima parte che affrontiamo durante la redazione del nostro curriculum riguarda i dati personali e qui le accortezze da adottare non sono moltissime.
Questa fase rappresenta comunque un momento importante nella redazione del curriculum vitae ed è necessario ricordarsi di inserire sempre i contatti – numero di telefono, residenza, e-mail – utilizzati più spesso, affinché si possa essere reperiti in modo tempestivo: sarebbe spiacevole se, trovandoci alla pari con un altro candidato, fossimo scartati perché non raggiungibili al telefono!
Quindi niente numero di casa se non ci siamo mai, o almeno ricordiamoci di aggiungere il nostro numero di cellulare durante la redazione del c.v.
Fase 2: le esperienze lavorative e di studio
La seconda parte che impegnerà la redazione del curriculum vitae è quella dedicata alle esperienze lavorative.
E’ importantissimo partire dalle più recenti, non solo per consuetudine, ma anche perché in questo modo si leggeranno direttamente sulla prima pagina.
Pensare che la redazione di un solo c.v. possa bastare per qualunque annuncio di lavoro è un altro errore molto comune: ogni azienda ha caratteristiche diverse e cerca dipendenti che facciano al caso proprio. Questo, che sembra un ostacolo, può volgersi a nostro favore durante la redazione del curriculum.
La selezione delle esperienze più significative e la riduzione o l’accorpamento delle restanti sotto un’unica voce (dove possibile) sono metodi intelligenti da usare durante la redazione del c.v.: si sa, infatti, che nelle aziende il tempo dedicato alla lettura dei curricula è minimo e quindi un documento chiaro ma conciso – e con esperienze che possano essere più attinenti a quell’offerta lavorativa – rappresenterà una marcia in più.
Il passo successivo nella redazione del curriculum è quello relativo al percorso di studi e di formazione.
Anche in questo caso è meglio partire dal corso più recente e andare a ritroso fino al diploma, non dimenticando l’importanza, nella redazione di un curriculum vitae, non solo dei corsi “classici” – scuola superiore, università, master – ma anche di tutte quelle esperienze di studio che prevedono il rilascio di un attestato: sarà proprio la caratteristica peculiare di questi corsi, e cioè la specificità degli argomenti, ad essere importante durante la selezione, quindi non bisogna mai dimenticarli od ometterli durante la redazione del curriculum
Fase 3: competenze linguistiche e personali
Quando si parla di conoscenze linguistiche, bisogna sempre ricordarsi che la bugia, per quanto linguaggio universale, non è contemplata.
Dire che si parla fluentemente il tedesco e poi dover ammettere in sede di colloquio che “non è proprio così” e che “quel viaggio studio a Berlino in realtà è durato poche settimane” non ci può certo aiutare. E’ inutile, quindi, impegnarsi nella redazione di un curriculum se poi si danno notizie che si ritorceranno contro di noi.
In genere ci si riferisce alla conoscenza di una lingua attraverso i 3 criteri “scritto”, “parlato” e “comprensione”, ma per facilitare la redazione del curriculum è possibile riferirsi alla griglia del Consiglio d’Europa: questa si divide in livelli elementari (A1, A2) intermedi (B1, B2) e avanzati (C1, C2).
Le competenze personali, infine, si strutturano in sociali, organizzative, tecniche, informatiche e artistiche: non sono obbligatorie nella redazione di un curriculum, ma possono aiutare l’esaminatore a farsi un’idea del candidato prima ancora di vederlo durante il colloquio.
Anche per la redazione di quest’ultima parte del curriculum le parole d’ordine sono sintesi e verità.
Un’ultima raccomandazione: se si cerca lavoro in Italia, la redazione del curriculum dev’essere ultimata con il consenso al trattamento dei dati.
In caso contrario, la nostra fatica sarà stata vana!