Conoscete il detto “fai il lavoro dei tuoi sogni e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita”? Non sono solo luoghi comuni, ma può essere la vostra realtà professionale. Avete una passione? Bene: siete già a metà strada. Tutto quello che vi serve è prendere le decisioni giuste per trasformarle in un mestiere. Prendete la birra: diventare mastro birraio non sarebbe un ottimo modo di sfruttare il vostro amore per questa bevanda? Oggi è il giorno in cui smettete di esser gli pseudo esperti che a cena con gli amici tengono lezioni magistrali e cominciate la vostra carriera nel settore.
Volete saperne di più su cosa bevete, diventando consumatori più consapevoli e potenziali maestri della materia prima? Un libro per cominciare è Degustare le birre. Tutti i segreti della bevanda più buona del mondo.
Lavorare nel settore della birra: cifre interessanti
Effettivamente, a controllare i dati che sono stati raccolti dall’Osservatorio della birra, la crescita del tasso occupazionale negli ultimi 24 mesi è del +5%. In altre parole, in due anni si è assistito alla creazione di oltre 4.400 posti di lavoro nel settore della birra. Un dato che è doppiamente significativo se paragonato all’andamento medio nazionale: infatti, per lo stesso periodo l’Italia ha aumentato l’occupazione di circa il 2%. Di nuovo facendo una traduzione pratica: parliamo di circa sei assunti ogni giorno. Mica male, no?
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Il settore della birra quindi promette possibilità interessanti per i giovani imprenditori (basta pensare che esistono oltre 870 birrifici in Italia). Con questi numeri, sicuramente rappresenta un traino economico per le famiglie italiane, provvedendo a 2,47 miliardi stipendi del Paese. Va da sé che lavorare con la birra è un’opportunità di lavoro stabile: ben il 50% degli occupati può vantare oltre 10 anni di servizio, mentre l’85% delle imprese continua a aggiornarsi attraverso la formazione: questo è uno dei segreti del successo di questo mercato.
Lo studio “Le (insospettabili) professioni della birra”
Questa ricerca condotta dall’Osservatorio della birra è stato portato a termine da Althesys e commissionato dalla Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da Heineken Italia e Partesa. L’obiettivo di questa unione è stato sin dall’inizio quella di stimolare l’evoluzione del settore attraverso la diffusione della cultura della bevanda in Italia. La fondazione ha preso in esame un campione di intervistati rappresentativo di quasi 7mila dipendenti in imprese che riguardano tutta la filiera. Quindi sono stati considerati i fornitori di materie prime, i produttori di birra e quelli di packaging, gli operatori della logistica, gli addetti alla grande distribuzione come quelli al dettaglio. Infine, i ristoratori e i gestori dei pubblici esercizi.
La birra allunga la vita
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Almeno così sembra dal punto di vista professionale. Ricordiamo infatti che ben il 50% dei lavoratori ha accumulato un livello di anzianità che supera i 10 anni. Un dato che davvero sorprende se messo a confronto con il resto del mercato del lavoro, composto da forme contrattuali a tempo determinato o comunque intermittenti. Un altro punto a favore del settore della birra è che il 33% dei dipendenti lavora per la stessa azienda da almeno 5 anni. Del valore aggiunto che il comparto ha prodotto, che va a costituire 3,49 miliardi di euro totali, il 71% (cioè 2,47 miliardi) va dritto nelle tasche dei lavoratori: lo stipendio medio lordo è in grado di garantire una vita più che dignitosa alle famiglie che vi gravitano attorno.
Cosa serve per lavorare con la birra
Apparentemente questa è una bevanda semplice, che richiede la lavorazione di ingredienti di base che fanno pensare che tutto sia piuttosto elementare. Certo, la birra è fatta di acqua, luppolo, lievito e cereali, ma non per questo è facile realizzare un prodotto finale di qualità. Gli intervistati della filiera testimoniano che per trovare impiego nel settore è necessario avere profonde conoscenze e competenze sulla materia (lo dice il 18%) e sulla industry (5%). I manager nel campo sono molto richiesti, ma per diventarlo è necessario avere caratteristiche da leader (11%), spirito imprenditoriale (8%) e nozioni sulla formazione del personale (14%). Altri importanti must have per eccellere in questo ambito è avere nel cv una specializzazione (9%) e abilità nell’imparare (8%).
Le professioni più ricercate nel settore della birra
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I grandi trend che ci si aspettano e che avranno un’influenza diretta sul settore nei prossimi 5 anni appartengono a tre macro aree, secondo gli attori della stessa filiera. I profili richiesti, secondo il 41% degli intervistati, hanno il focus sulla sostenibilità, soprattutto in termini di attenzione all’ambiente (16%), così come nella creazione di un packaging più green (13%), nell’incremento delle materie prime locali (7%) e nello smaltimento degli scarti (5%).
Il 32% del campione, invece, ha indicato nell’evoluzione di nuovi trend di consumo del mercato, una via percorribile in futuro: parliamo della crescente attenzione per le birre speciali (14%), artigianali (10%) e healthy (8%). Per dare un quadro ancora più completo delle prospettive del mercato della birra, c’è un 18% di professionisti che guardano all’innovazione digitale: il 10% punta sull’innovazione, il 5% sulla digitalizzazione e il 3% nell’e-commerce.
La ricerca Althesys/Fondazione Birra Moretti
Questo studio ha selezionato i profili di solito altamente specializzati o innovativi che possono essere, per voi che volete inserirvi nel settore della birra, più strategici in quanto tra i più richiesti dalla filiera. Quello che è stato riscontrato è un’offerta di professioni ampia e variegata che inizia il suo cammino all’origine della materia prima, sino ad arrivare alla progettazione e creazione della bevanda finale, per passare poi ai settori più legati alla vendita, al marketing e infine, verso mestieri che davvero neppure vi immaginereste.
15 profili altamente professionalizzati
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Questi sono tra i profili più richiesti:
- Mastro birraio;
- Tecnologo alimentare (della birra);
- Ingegnere chimico alimentare;
- Responsabile laboratorio e controllo qualità;
- Responsabile sicurezza;
- Coordinatore sostenibilità;
- Automation specialist;
- Digital innovation manager;
- Commerce specialist;
- Tecnico grafico;
- Brand ambassador;
- Beer specialist;
- Spillatore;
- Barman;
- Sommelier della birra.
Partiamo dal Tecnologo della birra
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Per quanto la sua definizione faccia un po’ paura, parliamo più semplicemente di un mastro birraio più avanzato, in quanto elabora ricette e poi si occupa di produrre la birra. In questa figura sono riunite le competenze tecniche che potrebbe avere un ingegnere chimico e quello tipiche di un tecnologo alimentare.
Il tecnologo della birra deve conoscere bene le materie prime, le metodologie di trasformazione e tutto ciò che potrebbe influenzare la qualità del risultato finale. Deve anche saper gestire i fenomeni biochimici e tecnologici necessari alla produzione, assicurando una qualità costante nel tempo sia degli stessi processi che del prodotto finito. Queste sono le ragioni per cui deve saper analizzare i dati e sottolineare i casi anomali, in base ai quali pensare delle soluzioni per correggere e migliorare il processo.
E’ quindi richiesta una buona competenza manageriale, di problem solving e flessibilità, dovendo saper gestire tante variabili che potenzialmente determinano il processo produttivo, compresi i necessari aggiornamenti delle competenze del personale che lavora nel birrificio per ripristinare le skills adatte a far evolvere l’azienda.
Il commerce specialist
Le aziende sono alla continua ricerca di professionisti che abbiano competenze economiche o di scienze politiche. Molto gradite risultano anche le soft skill che potrebbero favorire la creazione di partnership con il cliente. Apprezzato lo spirito imprenditoriale, la profonda conoscenza del prodotto e dei modelli di business del canale di riferimento, che sia Horeca o Modern Trade. Necessarie anche learning agility, proactivity e visione a lungo termine. Il commerce specialist è quindi un professionista sempre in azione e in grado di muoversi in diverse aree di competenza. Fondamentale la sua attitudine alla mobilità sul territorio e anche la capacità di analisi dei dati, nonché l’abilità di collegare le informazioni raccolte per poter intercettare le nuove possibilità.
Anche la birra ha i suoi Brand Ambassador
Si tratta di una figura che ha visto una forte ascesa negli ultimi tempi e che interessa il momento del pre-vendita. Praticamente è il tratto che unisce il tecnico della birra e il venditore. Il brand ambassador, infatti, conosce tutto della birra, da come si produce a come si degusta, e sa riconoscere le principali tipologie sul mercato. Allo stesso modo, però, racchiude in sé anche un aspetto più commerciale: deve esser in grado di raccontare il prodotto direttamente al cliente nel punto di consumo, oppure saper venderlo ai clienti indiretti come i distributori e altri venditori. A questi ultimi dovrebbe poter garantire anche servizi di formazione e apprendimento.
In pratica, l’ambasciatore rappresenta l’azienda o un marchio, veicolandone il messaggio attraverso una conoscenza profonda dell’intera filiera. Si presenta come un business partner dei propri clienti.
Le professioni della birra: il beer specialist
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Lo specialista della birra supporta la forza vendita delle aziende della distribuzione ed è quindi molto richiesto sul mercato. Operativamente, questo professionista è una commistione tra un commerciale altamente specializzato e un tecnico. Si occupa delle attività di vendita e consulenza nei punti di consumo e inoltre offre sostegno specializzato alla forza vendita dei distributori su tutto il territorio. Per esser in grado di fare tutto ciò, il beer specialist devono contare su una vasta conoscenza organolettica della birra e del canale di riferimento, oltre che dei processi di produzione, degli impianti spina e delle diverse modalità di spillatura.
Tra le sue competenze più apprezzate dalle imprese ci sono le abilità di negoziazione, imprenditorialità, profonda conoscenza del prodotto e dei competitor, empatia, analisi dei dati e intercettazione dei nuovi trend di consumo.
Sommelier della birra
Colui che è responsabile delle bevande e degli spiriti è ormai imprescindibile come figura professionale. Da 5-10 anni, il sommelier della birra è necessario per le sue competenze sulla materia, la sua storia, le diverse tecniche di produzione. Ma questa è una professione che non possiede solo una conoscenza teorica della bevanda, ma deve anche avere capacità tecniche per la degustazione e un know-how operativo. Deve quindi conoscere quindi ogni aspetto della birra, dalla conservazione dei prodotti alla temperatura adatta al servizio, così come l’abilità di saper abbinare i piatti del menù a un determinato gusto e che sappia argomentare questa scelta. A questo si aggiungano delle capacità gestionali, in quanto ha su di sé una certa autonomia esecutiva, come la gestione amministrativa della cantina.
Il sommelier della birra si occupa poi di preparare la carta dei vini e la selezione per l’acquisto dei prodotti. Per questo deve saper fare economia sugli stock e sugli ordini e avere competenze commerciali e della vendita. Per quanto riguarda il caso specifico della birra, dovrà confrontarsi con una maggiore difficoltà: in quanto settore che intercetta un consumo più “giovane”, l’acquisto di questa bevanda deve esser ancora più accurato per limitare gli sprechi.
Cosa serve per diventare birraio?
Il punto di partenza è quello di iscriversi a un percorso di studi universitari come Agraria, Tecnologie alimentari o qualcosa di simile. Il suggerimento è quello di continuare con la frequentazione di corsi come quello offerto dall’università degli studi di Perugia, dove è possibile seguire la proposta riconosciuta dal Miur per diventare tecnico birraio, percorso che si trova all’interno del corso di laurea in Scienze e Tecnologie Agro-alimentari. Una possibilità è offerta anche dall’Università di Udine, dove esiste la specializzazione nel settore produttivo del malto e della birra.
Per rimpolpare il ventaglio dell’offerta, l’Università della birra a Milano è stata creata da Heineken Italia e garantisce una visione approfondita sia teorica che pratica del settore, studiando dalle materie prime ai movimenti del mercato, pensando soprattutto al mercato Horeca e Modern Trade.
Perché ricordate che la birra non è uno scherzo: può diventare seriamente un lavoro e persino ben retribuito!