Scopriamo chi è e cosa fa l’ingegnere di pista, chiamato anche ingegnere automobilistico, un lavoro che richiede passione, competenza e spirito di sacrificio ma che può dare davvero grandi soddisfazioni. Scopriamo quindi come diventare ingegnere di pista e tutto quello che c’è da sapere su questa interessante professione.
Chi è e cosa fa l’ingegnere di pista
Quella dell’ingegnere di pista è una figura importante, quasi centrale, all’interno di un racing team. E’ infatti uno dei principali punti di riferimento per il pilota. Si tratta della prima persona con la quale si interfaccia al termine di una sessione di prove per valutare la performance appena eseguita e per cercare di migliorarla o di correggerne i problemi. E’ anche colui che raccoglierà le impressioni del pilota e le userà per decidere, in base ai dati raccolti, di mettere a punto delle modifiche sull’auto o sulla moto.
In un mondo come quello del Motorsport, dove le decisioni vanno prese ad altissime velocità, la figura dell’ingegnere di pista deve unire solide competenze ed elevata capacità di reazione. Non solo: deve anche saper gestire al meglio un team che deve lavorare all’unisono e con la massima precisione. E’ quindi un ruolo di grande responsabilità, da cui dipende direttamente e indirettamente una parte non trascurabile dell’andamento di una gara.
Ingegnere meccanico, la definizione
Da un punto di vista più tecnico, l’ingegneria automobilistica è considerata una branca dell’ingegneria meccanica. Per questo motivo possiamo dire che l’ingegnere di pista è un ingegnere meccanico specializzato in automotive.
Sul sito di AlmaLaurea si può leggere la seguente definizione dell’ingegnere meccanico: “L’ingegnere meccanico usa le sue conoscenze nel campo della meccanica per disegnare, progettare e controllare funzionalmente, per produrre e mantenere strumenti, motori, macchine ed altre attrezzature meccaniche. Dirige queste attività, conduce ricerche e studi sulle caratteristiche tecnologiche dei materiali utilizzati e dei loro processi di produzione”.
Come diventare ingegnere di pista: l’iter di formazione
Iniziamo con un dato che farà felici tutti coloro che vorrebbero fare della loro passione per i motori un lavoro: Ingegneria Meccanica in Italia è tra le facoltà che promettono maggiori prospettiva occupazionali. E’ infatti un ambito sfaccettato e ricco di opportunità lavorative, tra cui c’è anche quella dell’ingegnere di pista.
Il punto di partenza è rappresentato da una laurea, ad esempio una laurea triennale in Ingegneria Industriale seguita da una laurea magistrale in Ingegneria Meccanica. La laurea triennale consentirà di acquisire la competenze di base in ambito meccanico ed eletromeccanico, oltre ad approfondire materie come matematica, chimica, termodinamica applicata, elettrodinamica, fluidodinamica e molte altre ancora.
La laurea magistrale in Ingegneria Meccanica con specializzazione in automotive, invece, ha lo scopo di fornire tutte le competenze specifiche relative ai veicoli e alla mobilità in generale. Particolare attenzione verrà posta agli aspetti progettuali e attinenti alla motorizzazione. Verranno inoltre approfondite materie come meccanica delle vibrazioni, aerodinamica esterna del veicolo, impianti meccanici, motori a combustione interna, veicoli ibridi e molte altre. In alcuni casi sono previste anche attività di laboratorio per mettere in pratica le competenze acquisite. Non dimentichiamo poi un’ottima conoscenza della lingua inglese, indispensabile per lavorare in un ambiente internazionale.
L’iscrizione all’Albo, l’ultimo step per diventare ingegnere di pista
Per diventare a tutti gli effetti un Ingegnere Meccanico manca ancora un ultimo step: il superamento di un concorso pubblico indetto ogni anno dal Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).
Con il superamento di questo esame si potrà presentare la domanda di iscrizione all’Albo regionale degli ingegneri, in una delle due sezioni che lo compongono:
- la sezione A riservata agli ingegneri in possesso di una laurea magistrale;
- la sezione B riservata agli ingegneri in possesso di una laurea triennale.
Gli sbocchi lavorativi
Seguendo questo iter di formazione è possibile diventare ingegnere di pista ma non solo. Si ha infatti la possibilità di inserirsi in diversi settori del mercato automobilistico. Qualche esempio? Il settore dei propulsori endotermici alternativi o ibridi dell’autoveicolo e del motoveicolo; quello della produzione di componenti strutturali e funzionali del veicolo; il settore della progettazione e produzione di componentistica per l’aerodinamica dei veicoli.
Sarà quindi possibile trovare il proprio impiego, ad esempio, in aziende che producono elementi usati in ambito automobilistico oppure che forniscono beni e servizi alle imprese del settore automotive. Rimane inoltre aperta la strada della ricerca e della consulenza. Insomma, sta a voi trovare l’ambito che meglio vi soddisfa dal punto di vista professionale!