E’ un vero e proprio esercito quello dei Neet, i giovani “Not in Education, Employment or Training”. E’ appunto questo il significato dell’acronimo che etichetta molti dei giovani del terzo millennio, che è comparso per la prima volta in un articolo di John Bynner e Samantha Parsons apparso nel 2002 su una rivista specialistica. Il titolo dell’articolo? Social exclusion and the transition from school to work: the case of young people Not in Education, Employment, or Training (NEET). Prima di questo articolo migliaia di giovani vivevano la transizione all’età adulta e gli inevitabili problemi nella ricerca del primo lavoro senza essere afflitti da etichette particolari.
Chi sono i Neet
Quando parliamo di Neet ci riferiamo a dei giovani adulti tra i 20 e i 34 anni di età, sia uomini che donne, che affrontano la transizione dall’adolescenza all’età adulta, con tutte le responsabilità e i traguardi da raggiungere che comporta: il completamento del proprio percorso di formazione, l’uscita dalla casa dei genitori, l’ingresso nel mondo del lavoro e la creazione di una propria famiglia.
Il problema è che per i cosiddetti Neet questo percorso ad un certo punto si è interrotto e questi giovani, quindi, non studiano e non lavorano per cause di forza maggiore o per scelta; nelle statistiche, è bene ricordarlo, rientrano sia i giovani alla disperata ricerca di un lavoro sia il neo laureato che si prende un anno sabbatico per girare il mondo.
Neet in Italia e in Europa: i numeri del fenomeno
Diciamolo subito: i dati relativi all’Italia sono preoccupanti. Nel nostro Paese, infatti, risulta che un terzo dei giovani italiani non studia e non lavora, segnando un ben triste primato a livello europeo.
Secondo i dati Eurostat relativi al 2018 i giovani italiani tra i 20 e 34 anni che rientrano in questa particolare categoria sono il 28,9%, un numero quasi doppio rispetto alla media europea. Nell’Eurozona, infatti, i Neet sono il 17,2%, mentre in tutta l’Unione Europea sono il 16,5%. Nemmeno la Grecia, che si trova in una situazione di grave difficioltà, riesce a fare peggio di noi e si attesta su un 26,8%. Seguono nella classifica dei Paesi con il maggior numero di Neet Bulgaria, Romania, Slovacchia e Spagna. Tra i Paesi più virtuosi troviamo invece Lussemburgo, Paesi bassi e Svezia, che vanta un 8% di giovani inattivi.
Purtroppo la differenza di genere si fa sentire anche in questo ambito, sia a livello italiano sia a livello europeo. Sono infatti le donne ad essere maggiormente interessate dal fenomeno, con un 34,2% di donne inoccupate in Italia rispetto al 23,8% degli uomini.
Come si è evoluto il fenomeno nel tempo?
I dati raccolti da Eurostat sono disponibili a partire dal 2004, anno in cui il fenomeno segnava un 19,6%. Da lì è sceso al 18,8% nel 2017 per poi risalire al 26,2% del 2014, fino ad arrivare all’attuale 24,1% del 2018.
Per l’Europa possiamo fare un discorso generale, dicendo che prima della crisi del 2007-2008 il numero dei Neet era più ridotto rispetto al periodo successivo, Negli ultimi due anni, in ogni caso, i numeri hanno registrato un calo quasi ovunque. Non ci sono però tendenze globali che accomunano tutti, a parte il momento di difficoltà che possiamo indicare dal 2007 al 2012. Ci sono infatti Paesi del Nord Europa che hanno una percentuale di Neet inferiore al 10% e Paesi dell’Europa mediterranea che fanno registrare ben altri numeri.
Le iniziative a favore dei Neet in Italia
Quando un fenomeno presenta numeri così rilevanti diventa chiaro che le sue cause sono strutturali e vanno cercate nel modo in cui è organizzata l’economia e la società stessa. Ciò non toglie che, oltre a creare un contesto in cui i giovani possano finalmente emergere e mettere in luce le loro potenzialità, ci sia bisogno di interventi a favore dei Neet.
E’ stato ad esempio prorogato per tutto il 2019 l’incentivo per i Neet del programma Garanzia Giovani, che si rivolge a ragazzi inoccupati di età compresa tra i 16 e i 29 anni.
Il cosiddetto Bonus Neet è un incentivo che premia le imprese che decidono di assumere giovani di questa fascia di età che non studiano e non lavorano e che risultano iscritti al programma Garanzia Giovani.
In cosa consiste il Bonus Neet
L’incentivo consiste in uno sgravio del versamento dei contributi per i datori di lavoro. Arriva a coprire 671,66 euro al mese, per un totale di 8.060 euro all’anno. Le risorse stanziate ammontano a 160 milioni di euro: se ne potrà usufruire fino al 28 febbraio 2021, ma le richieste verranno accolte in ordine cronologico fino all’esaurimento dei fondi.
Come presentare la domanda
E’ molto semplice: il datore deve presentare la richiesta all’Inps tramite un modulo scaricabile dal Portale delle Agevolazioni del sito dell’ente. Se la pratica va a buon fine, il datore di lavoro ha 10 giorni per comunicare l’avvenuta assunzione all’Inps e usufruire così del bonus.