Si sa, la ricerca del lavoro non è cosa facile, soprattutto in tempi duri come i nostri; la trafila è lunga e frustrante. Si comincia con la navigazione in circa un’infinità di siti per offerte di lavoro: i fortunati scovano qualche annuncio appetibile, se non per il ruolo proposto quantomeno per zona e orario, ma ormai si tratta quasi sempre di lavoro temporaneo. D’altra parte una volta ci si sposava mentre oggi molte coppie fanno le prove generali attraverso la convivenza, stesso discorso per i datori di lavoro: “Noi cerchiamo una risorsa a lungo termine – notare come, durante la ricerca del lavoro, si perda lo status di persona- ma il contratto iniziale è comunque di lavoro temporaneo, così possiamo conoscerci meglio, anche lei capirà se l’ambiente le piace”.
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Ma torniamo indietro, una volta trovato un annuncio a cui candidarsi attraverso i siti di offerte di lavoro arriva il momento di inviare il curriculum, prontamente limato a seconda dell’azienda a cui ci si rivolge (mettendo in luce le esperienze più attinenti). Il problema è che questi siti di offerte di lavoro – sicuramente insostituibili fonti di aiuto e informazioni – ospitano anche annunci criptati, rendendo la ricerca del lavoro una sorta di caccia al tesoro: talvolta non è chiaro il ruolo per cui ci si candida; altre volte non si sa chi sia l’azienda autrice dell’annuncio o se si tratti di impiego part-time, full-time o, addirittura, collaborazione esterna. E così, tempo ed energie se ne vanno liberi e felici, mentre la ricerca del lavoro prosegue senza sosta incontrando difficoltà varie, accompagnata da una domanda sommessa ma costante: servirà a qualcosa? Alla fine qualcuno lo trova un lavoro?
La buona notizia è che nel primo trimestre del 2011 i paesi europei hanno registrato un calo nel tasso di disoccupazione purtroppo, in Italia, è rimasto stabile (all’8,6%). Ma stabile è pur sempre meglio dell’aumento degli ultimi mesi del 2010: allora, ancora di più, sarebbe stato appropriato affemare che chi trova lavoro trova un tesoro! Adesso i siti di offerte di lavoro la dicono lunga in proposito: gli annunci sono decisamente più numerosi, anche se, a volte, con qualche inghippo: nell’immaginario comune (leggi delle aziende) il lavoro temporaneo ha sostituito quello a tempo indeterminato. Inoltre, chi cerca un impiego qualificato e di settore ha meno chance di altri, paradossalmente trova lavoro chi è meno qualificato appunto perché, non avendo abilità o conoscenze specifiche, è aperto a più opzioni; in altre parole, trova lavoro chi non ha studiato specializzandosi per una particolare professione o coloro i quali, stanchi di vedersi porte chiuse in faccia (o di non intravederle nemmeno le porte!), rinunciano ad anni di studio e impegno, accettando lavori non attiennti alla loro preparazione.
A volte, d’altra parte, non si può agire diversamente: c’è chi deve pur mangiare o chi non se la sente di continuare a fare affidamento su mamma e papà nella speranza di trovare, un giorno, il lavoro desiderato. Da questo punto di vista il famoso lavoro temporaneo è una manna dal cielo: per quanto “a scadenza” si tratta pur sempre di un impiego, (più o meno) seriamente pagato. Certo non consente progetti a lungo termine, ma almeno assicura una buona dose di autostima e rientro personale – non solo economico -, di cui i lavori sottopagati o, peggio, non pagati privano.