Il colloquio di lavoro è un momento delicato che arriva nella vita di tutti, più del matrimonio: puoi scegliere di non sposarti, ma non puoi decidere di sottrarti alla selezione del personale. Vuoi lavorare? Devi convincere chi ti sta davanti che tu sei la persona giusta. Quindi come fare per colpire il tuo prossimo datore di lavoro? Scopriamo insieme cosa dire ad un colloquio di lavoro.
Colloquio di lavoro: non è impossibile fare bella figura
Il primo passo è quello di capire con chi si sta parlando. Il secondo è ricordare che non siete lì per condividere davvero la vostra vita personale. Quindi: benissimo dire che siete cintura nera di Photoshop, meno che avete perso un anno all’Università perché vi ha lasciato la ragazza.
Come presentarsi a un colloquio di lavoro?
Vi stupirà sapere che, contrariamente a quello che avete pensato quando avete strutturato il vostro cv europeo, le vostre origini formative non sono così fondamentali. Accennate al vostro percorso di studio, ma valorizzate innanzitutto le varie esperienze lavorative in ordine cronologico. Partite quindi dalla più antica per arrivare sino alla più recente.
Se siete agli inizi, soffermatevi pure sulle singole attività svolte. Se invece potete vantare una certa anzianità, allora potrà serenamente dare spazio solo a quelle più significative in relazione alla posizione per cui ci si candida.
La forma non va lasciata a casa
Il contenuto della vostra presentazione dovrà esser a prova di narcolettico: mantenete alta l’attenzione del vostro pubblico con continui stimoli. Non procedete con una sorta di elenco alla Robocop della vostra esperienza passata. La chiave è il ritmo, lo scandire tutt’altro che monotono del vostro racconto.
Ma cosa dire ad un colloquio di lavoro quindi?
Senza fingere di esser colpiti da un ictus fulminante, ricordate che avete solo qualche minuto per descrivere un quadro completo delle vostre soft skills. Conoscete i vostri punti di forza, ora dovete solo esporli, magari aggiungendo qualcosa che non può esser intuito dal curriculum precedentemente inviato: persino quando è un curriculum creativo, il cv lascia parecchi spazi da valorizzare face to face. Evitate cose spiacevoli come parlare male dei vostri precedenti datori di lavoro: sembra banale, ma soprattutto durante un colloquio di lavoro che pare più informale, oppure semplicemente dominati dalle emozioni, potrebbe capitare di lasciarsi sfuggire dei commenti fuori luogo.
Le parole sono importanti
Così direbbe Nanni Moretti e lo stesso principio vale per capire cosa dire ad un colloquio di lavoro. L’agitazione, di fronte al selezionatore, diventa il sentimento principale dell’intero processo.
Ora, ci sono i mancati presentatori televisivi che riescono con facilità a nascondere sudorazione e tremori della voce, magari anche dando prova di capacità oratorie in pubblico degne di Cicerone. Ma per chi è un comune mortale, ecco alcuni trucchi per sostenere il discorso con la comunicazione paraverbale e quella non verbale.
Non solo cosa dire ad un colloquio di lavoro, ma come
Tenere a bada il proprio corpo durante un colloquio di lavoro potrebbe aiutare a gestire meglio la durata dell’incontro. Attenzione quindi al controllo della postura, della gestualità e dei movimenti che possono mandare diversi messaggi al vostro interlocutore.
Stop ai movimenti isterici delle gambe e dei piedi. Le braccia possono tranquillamente restare ferme, proprio attaccate alle spalle come è naturale che sia: tenetele ferme! Dritti con la schiena, sicuri di sé: non sembra già tutta un’altra presentazione?
Mentre, per quanto riguarda il linguaggio paraverbale, ovvero il tono e la modulazione della propria voce, è una must have la capacità di far risaltare un concetto piuttosto che un altro. L’intonazione è un’arma segreta da non sottovalutare. Ritmo, volume, velocità, timbro sono solo alcuni dei fattori che è possibile monitorare durante il colloquio di lavoro, assieme alla dizione e alla cadenza.
Cosa evitare per mantenere l’attenzione dell’interlocutore durante il colloquio
Ancora riferendoci alla voce, possiamo fare una piccola lista da ricordare: evitare una voce monotona, così come un volume troppo omogeneo. Se riuscite, è bene mascherare anche la cadenza e limitare le pause: è bene che ci siano, ma studiate in modo da valorizzare i concetti chiave, non come imbarazzanti momenti di “Eeeeeehm” infiniti.
Un punto dolente: contratto e compenso
Qualsiasi sia la circostanza, in qualsiasi colloquio di lavoro arriverà al momento in cui vi verrà in mente insistentemente la domanda: va bene tutto, ma quali sono le modalità con cui lavorerei per voi? Certo, è vero che siete voi sotto analisi, ma sapere che cosa vi aspetta non è qualcosa di cui vergognarsi: è un vostro sacrosanto diritto.
Quanto verrete pagati, quando, con quale contratto: sono tutte domande che fanno parte del “cosa dire in un colloquio di lavoro”. Dopo aver fatto le dovute presentazioni e aver risposto alle loro domande, è lecito chiedere all’esaminatore di chiarire questi punti: aiuterà a entrambi a capire se siete compatibili rispetto ai termini degli accordi.
Come si suol dire: patti chiari, amicizia lunga.
La teoria per arrivare preparati non è finita qua
Infatti noi abbiamo dato alcune indicazioni di massima, ma, per essere al top, proponiamo anche un’ottima guida scritta. Ovvero il libro di Alessandro Amadori, edito da IlSole24ore: Colloquio di lavoro. Come prepararsi. Le risposte alle domande del selezionatore. Le trappole da evitare. Oppure, per chi ha poco tempo da passare sulle pagine, una buona partenza è il video-tutorial confezionato da AlmaLaurea.
Buona lettura, buona visione e buon allentamento!