Nell’immaginario comune quella del notaio è una professione che si tramanda di padre in figlio; spesso è così, ma c’è ancora spazio per chi vuole intraprendere questa impegnativa professione senza essere “figlio d’arte”.
Prima di tutto, cosa fa un notaio? Innanzitutto, un notaio è un pubblico ufficiale nominato dallo Stato che svolge la sua attività come libero professionista. Tutti sanno che per alcuni atti, come la stesura di un testamento, l’acquisto di una casa o la costituzione di una società è necessaria la presenza di un notaio, ma pochi sanno che il suo compito non finisce qui. Prima di stipulare un atto, infatti, il notaio deve controllare che il contenuto del contratto sia conforme alla legge e alla volontà di chi lo deve sottoscrivere; deve inoltre fornire un servizio di consulenza, che consiste generalmente nello spiegare alle parti coinvolte le soluzioni più adatte e le eventuali agevolazioni di cui possono usufruire. Al momento della stipula dell’atto, poi, deve spiegare in termini comprensibili il documento da sottoscrivere e assistere al momento della firma. Dopo l’atto, infine, il notaio deve provvedere a tutti gli adempimenti conseguenti, anche di tipo fiscale.
Quindi, come si diventa notaio? L’iter di formazione per diventare notaio comincia solitamente da una laurea specialistica o magistrale in Giurisprudenza conseguita in una università italiana o un titolo equivalente.
Questo è solo il primo passo per diventare notaio: conseguito questo titolo di studio è necessario intraprendere 18 mesi di praticantato presso un notaio; almeno 12 mesi devono essere continuativi. Dopo questo lungo periodo di formazione, l’aspirante notaio, prima di poter esercitare la professione, deve superare un concorso notarile, che di norma viene indetto a Roma ogni 20 mesi circa con un bando emanato dal Ministero di Giustizia. Il concorso si articola in due prove: una prova scritta, a sua volta suddivisa in tre prove teorico – pratiche, e una prova orale, anche questa articolata in tre prove focalizzate sul diritto civile, commerciale, volontaria giurisdizione, disposizioni sui tributi sugli affari e così via.
Si tratta di un concorso molto difficile da superare, per questo ci sono alcuni consigli utili per superare il concorso notarile: prima di tutto, bisognerebbe cercare di svolgere il concorso il prima possibile, in modo da sfruttare appieno le competenze acquisite in università durante il proprio corso di laurea, così come bisogna far tesoro del praticantato e quindi delle nozioni pratiche apprese in questo periodo di formazione sul lavoro attraverso l’esperienza. Altrettanto preziosa, poi, l’esperienza diretta di un notaio, che potrà dare utili consigli in caso di dubbi e di incertezze dell’aspirante collega.
I candidati che supereranno l’esame dovranno avviare lo studio entro tre mesi nella sede che verrà loro assegnata; la loro nomina ufficiale verrà pubblicata con decreto emesso dal Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero della Giustizia e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Alla fine di questo percorso lungo e difficile, quanto può guadagnare un notaio? Le statistiche parlano di circa 600 mila euro all’anno. Ovviamente non si tratta di un cifra standard ma di una media: più è bravo il notaio e più vasta è la sua clientela, e più potrà guadagnare. Questa cifra molto alta è giustificata dal fatto che un notaio si assume tutta la responsabilità degli atti che redige, rispondendo in proprio dei suoi errori.