Questa nuova misura, ufficializzata con un decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta lo scorso 11 gennaio all’interno del Jobs Act, dovrebbe servire a contrastare il fenomeno delle cosiddette dimissioni in bianco, che alcuni datori di lavoro facevano firmare al momento dell’assunzione.
In pratica, tutti i lavoratori dimissionari, per formalizzare le proprie dimissioni, dovranno collegarsi al sito web ClicLavoro, cioè il portale unico della Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, e compilare l’apposito modulo seguendo tutte le procedure indicate, che alla fine porteranno alla comunicazione delle dimissioni tramite posta elettronica certificata. Per fare questo, il lavoratore avrà bisogno del Pin fornito dall’Inps. In caso di ripensamenti il lavoratore ha tempo una settimana per darne comunicazione e revocare le proprie dimissioni, sempre per via teelematica.
Fanno eccezione alcune categorie di lavoratori dipendenti, nello specifico dipendenti delle pubbliche amministrazioni, lavoratori in ambito domestico come babysitter, colf e badanti, lavoratori del settore marittimo, lavoratori parasubordinati come collaboratori con partita Iva, professionisti senza cassa, co.co.co e così via e dipendenti che stanno effettuando il periodo di prova.
Inoltre le dimissioni online e le risoluzioni consensuali sono soggette a convalida, cioè ratificate dalle direzioni territoriali del lavoro, nel caso di lavoratrici in gravidanza e di genitori durante i primi tre anni di vita del bambino.
In tutti gli altri casi deve essere utilizzata la procedura delle dimissioni online, eseguendola da soli oppure con l’aiuto di soggetti abilitati come, ad esempio, sindacati, patronati, enti bilaterali, commissioni di certificazioni, ma non a consulenti del lavoro o ad altri professionisti abilitati.
Chi non ha il computer o conoscenti in grado di aiutarlo, quindi, può rivolgersi tranquillamente a Patonati, sindacati o Caf che, una volta in possesso di tutte le informazioni necessarie, potranno fare da tramite tra il lavoratore dimissionario e il datore di lavoro.