Se per caso vi interessano le professioni afferenti al campo medico, come ad esempio l’anestesista, probabilmente questo articolo fa al caso vostro. Diventare anestesista non è semplice, ma sicuramente fattibile: la cosa fondamentale è giocare d’anticipo e fare scelte informate.
Anestesista: non è un lavoro semplice
Il requisito necessario ad affrontare questo tipo di carriera è lo stesso che anima qualsiasi aspirante dottore, ovvero la voglia di assumersi delle grosse responsabilità. Va da sé infatti che, come anestesista, dovrete avere a che fare con la vita dei vostri pazienti. Per questo dovrete esser perfettamente preparati al difficile compito di monitorare i parametri vitali durante gli interventi e nel post operatorio. Bene: se non siete spaventati, allora possiamo procedere per capire come acquisire le competenze per aiutare i malati.
La storia della professione di anestesista
Prima di capire come diventare anestesista, capiamo le origini di questa professione che ha subito numerose evoluzioni nel tempo, a seconda delle diverse scoperte che hanno rivoluzionato la scienza medica. Innanzitutto, la stessa parola “anestesia” è stato coniato da un poeta e medico, Olvier Wendell Holmes. Proprio lui ha creato questo termine a partire dalla parola greca anaisthesia, ovvero “mancanza della facoltà di sentire”.
La pratica svolta dall’anestesista ha le sue fondamenta in tempi lontani: secondo alcune fonti le prime tracce di questa professione, e quindi di narcosi pre-operatoria, si trovano già nel 3000 a.c. nei popoli della Mesopotamia, dove si era soliti premere le carotidi dei pazienti per indurli a perdere conoscenza per affrontare gli interventi. Gli Egizi non erano da meno: anche loro applicavano dei rudimentali metodi anestetici, come l’impiego della neve per rallentare la circolazione sanguigna nelle vene. In seguito l’anestesista del passato ha potuto contare dell’aiuto di erbe e sostanze come hashish, oppio e alcool.
La svolta per l’anestesista arriva nel Settecento
Un secolo in cui è ufficialmente iniziata l’anestesiologia moderna grazie alla sperimentazione del protossido di azoto, oltre che ai tentativi con l’uso dell’etere dietilico di Faraday.
Ancora su questo metodo sono continuate le ricerche con Crawford Williamson Long e Horace Wells, arrivando al prototipo finale con lo studio di William T. G. Morton. Proprio lui è considerato l’inventore dell’anestesiologia come la si conosce oggi, ovvero quella che comprende la fase di inspirazione da parte del paziente dei vapori sviluppati attraverso un’attrezzatura collegata a una spugna imbevuta di etere.
Per diventare anestesista si parte dalla medicina
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Quella dell’anestesista non è altro che una specializzazione che arriva al termine del più generale corso di laurea in medicina e chirurgia. Si tratta di una facoltà che, ricordiamo, è a numero chiuso e che quindi vi costringerà sui manuali per prepararvi adeguatamente a superare il test di ingresso. Ecco un testo che vi può supportare nella preparazione.
Una volta superato questo sbarramento iniziale, non vi preoccupate: la strada è lunga e dura circa cinque anni, ad esser ottimisti e non considerando il quasi fisiologico fuori corso. Solo in seguito al raggiungimento della laurea in medicina potrete cominciare a pensarvi concretamente in qualità di anestesista.
Comincia a questo punto, infatti, la fase di specializzazione dove potrete indirizzare le vostre energie nello studio di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore: altri 4 anni di giornate passate sui libri universitari vi aspettano. La cosa positiva è che finalmente, durante questo ulteriore periodo di formazione, passerete all’azione affiancando dei professionisti durante gli interventi, per sperimentare concretamente le tecniche più adatte per le terapie post operatorie. Potrete così capire meglio il lavoro dell’anestesista osservando le cure da voi somministrate fare effetto sui pazienti.
Il post specializzazione per l’anestesista
Quando avrete terminato anche questa fase di specializzazione potrete cominciare a tentare la via dei concorsi pubblici. Un’altra strada resta quella dell’attività presso le strutture private. Tuttavia, prima di buttarvi nella mischia, vi toccherà affrontare un altro periodo di tirocinio in medicina d’urgenza della durata di un anno. In questi lunghissimi 365 giorni lavorerete a contatto con casi di urgenza, quindi continuamente bombardati da orari e situazioni piuttosto stressanti: immaginatevi all’interno del Pronto Soccorso o in altri reparti d’emergenza e avrete il quadro di questo anno di pratica.
Un’altra buona idea per completare il vostro percorso per diventare anestesista è quella di integrare la formazione con un corso accreditato di infermieristica anestesiologica. Questa via parallela di didattica ha la durata di due o tre anni ma ne vale la pena: al termine di questo percorso infatti potrete vantare un Master in Scienze Anestosiologiche.
Terminato anche questo percorso formativo potrete sentirvi davvero preparati ad affrontare il mondo del lavoro come anestesista e permettere ai pazienti di non sentire dolore durante le operazioni più dolorose e invasive. Sarete cinture nere di anestesie totali o parziali: potrete rendere insensibili e privi di coscienza i malati bisognosi di cure, sia in maniera generale che localizzata.
Che cosa fa l’anestesista
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Le prestazioni che generalmente sono garantite da un anestesista sono molteplici:
- Infiltrazioni articolari;
- Analgesia in travaglio di parto;
- Cure palliative;
- Mesoterapia antalgica;
- Ozonoterapia;
- Terapia del dolore;
- Training autogeno;
- Disturbi e patologie generalmente trattate dagli anestesisti;
- Artrite reumatoide;
- Diabete;
- Emicrania;
- Ernia del disco;
- Lombosciatalgia;
- Sciatica;
- Sciatalgia;
- Cervicale;
- Cellulite;
- Fibromialgia;
- Fuoco di sant’antonio;
- Sclerosi multipla.
Queste mansioni si traducono in varie responsabilità a carico dell’anestesista:
- L’induzione e la durata dell’anestesia per i pazienti che hanno subito un intervento chirurgico o determinate procedure di tipo diagnostico;
- La rianimazione del paziente, con il monitoraggio delle funzioni vitali;
- Le varie fasi post-operatorie, in particolare per i malati che hanno affrontato operazioni chirurgiche ad alto rischio;
- La coordinazione dei centri di ossigenoterapia iperbarica;
- Lo studio delle terapie analgesiche più adatte al trattamento del dolore cronico.
Dove lavora un anestesista
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Come abbiamo accennato prima, l’anestesista può lavorare in diverse strutture pubbliche e il private. Può trovare il suo posto nel blocco operatorio ospedaliero dedicato ai servizi anestesiologici e quindi in sala operatoria e di risveglio, così come può lavorare nei reparti di medicina intensiva e di degenza, oppure nei centri di terapia antalgica e in quelli multidisciplinari di traumatologia.
Diventare anestesista vi renderà quindi molto richiesti sia in ospedale che nei centri clinici perché è necessario contare su una figura qualificata in grado di svolgere i difficili compiti legati a questo mestiere.
Quanto guadagna un anestesista?
Esistono diversi fattori che determinano l’entità dello stipendio di un anestesista. Innanzitutto il salario varierà se si lavora all’interno di una struttura pubblica o di un ente privato. In secondo luogo, la cifra cambierà a seconda dell’esperienza maturata. Incide anche l’area geografica in cui si esercita e la quantità di operazioni chirurgici a cui si partecipa, così come i turni notturni che deciderete di svolgere.
All’incirca, comunque, un anestesista all’interno di un ospedale può guadagnare uno stipendio mensile di partenza di 1.700 euro durante la formazione specialistica. Un numero che sale vertiginosamente una volta conclusa questa fase; un anestesista specializzato, infatti, può arrivare a una media mensile di circa 3.000 euro.
In questo settore, un anestesista può superare i 7.000 euro al mese e arrivare ai 10.000: questo accade quando gli anestesisti riescono a trovare impiego sia nelle strutture pubbliche che nel privato. Tutte queste sono cifre nette e quindi davvero considerevoli per chi decide di diventare anestesista dopo il diploma.
Pensate che, l’anestesista che è stato capace di fare carriera all’interno degli ospedali, riescono anche a guadagnare una cifra ancora più alta. La giusta ricompensa dopo un percorso di studi che nella migliore delle ipotesi occuperà 11 anni della vostra vita e che vi conferirà grosse responsabilità.
Le associazioni di settore per anestesista
Esistono dei punti di riferimento per questa professione: la SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), la AAROI EMAC (Associazione Anestesisti Rinimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica). E poi, negli Stati Uniti, la ASAHQ (American Society of Anesthesiologists).
Vi abbiamo convinto a diventare anestesista, oppure opterete per un mestiere con meno responsabilità? A voi la scelta finale!