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Erasmus, partire con il progetto per la mobilità degli studenti
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Erasmus, partire con il progetto per la mobilità degli studenti

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«In Erasmus ho capito quanto può essere grande il mondo e quanto ci si assomiglia a emisferi di distanza». Queste poche parole, scritte da uno studente che ha trascorso sei mesi presso la “Technishe Universiteit” di Eindhoven, in Olanda, racchiudono perfettamente il significato e l’obiettivo del Progetto Erasmus, il celebre programma di mobilità internazionale che da oltre venticinque anni consente agli universitari europei di perfezionare il proprio percorso accademico in uno dei Paesi del Vecchio Continente.

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Pixabay | JooJoo41

Migliorare la conoscenza dell’inglese o di un’altra lingua straniera “sul campo”, trascorrere un periodo di formazione fuori dai confini nazionali, sperimentare un modo di studiare diverso dal proprio, grazie al contatto con un’organizzazione accademica completamente differente da quella italiana e con studenti di varie nazionalità, imparare a cavarsela da soli o semplicemente cambiare aria per un po’: sono tante le motivazioni che, ogni anno, spingono centinaia di giovani a vivere questa avventura.

Un po’ di storia

Erasmus – acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students – affonda le sue radici nel lontano 1987, quando la Comunità Europea decide di dare la possibilità agli studenti dei suoi Stati membri di trascorrere un periodo di studio legalmente riconosciuto in un ateneo estero. L’iniziativa prende il nome di Erasmo da Rotterdam, l’umanista olandese vissuto a cavallo tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento, che viaggiò tra la Francia, l’Inghilterra e l’Italia. Insieme a Comenius, Grundtvig e Leonardo da Vinci, dal 2007 Erasmus fa parte del Lifelong Learning Programme dell’Unione Europea, che promuove la formazione permanente attraverso la mobilità internazionale.

Oggi Erasmus è molto ampio e prevede una serie di azioni centralizzate – curate direttamente dall’Agenzia Esecutiva della Commissione Europea – e decentrate. In Italia queste ultime sono gestite da Indire, l’agenzia nazionale con sede Firenze che si occupa, tra le altre mansioni, del settore più famoso dell’intero programma, quello della “Mobilità degli studenti”.

La “Mobilità degli studenti”

Dal 1987 ai nostri giorni, l’azione della “Mobilità degli studenti” ha permesso a più di due milioni di universitari europei di trascorrere un periodo variabile – da tre a dodici mesi – in uno degli oltre 4mila atenei aderenti al progetto. Sono 33 i Paesi che accolgono i giovani universitari: i 27 Stati dell’UE, quelli dello Spazio Economico Europeo – Svizzera, Liechtenstein, Islanda e Norvegia –, la Turchia e la Croazia.

Partire con Erasmus

Nel corso dell’anno accademico gli uffici di mobilità internazionale delle università italiane pubblicano un bando per partecipare al programma, indicando i requisiti necessari per presentare la domanda, i posti disponibili, l’importo delle borse di studio – utili comunque per coprire solo parzialmente le spese sostenute nella città ospitante – e le finalità della permanenza all’estero – a seconda dei casi, frequentare un numero determinato di corsi, sostenere i relativi esami e acquisire il numero di crediti formativi indicati sul bando stesso, oppure svolgere ricerche per la tesi di laurea o di dottorato.

Un ultimo suggerimento

A tutti coloro che sentono il desiderio di partire ma sono timorosi e necessitano di una piccola spinta, consigliamo di leggere i racconti di viaggio dei ragazzi sul sito ufficiale del progetto, www.programmallp.it/home.php?id_cnt=66. Dalle storie di chi è tornato emergono tutte le insicurezze e le immancabili difficoltà di adattamento; alla fine, però, in questi ragazzi è prevalsa la voglia di mettersi in gioco e di fare un’esperienza in grado di aprire la mente, un autentico arricchimento personale, oltre che un elemento di sicuro interesse nel proprio Curriculum Vitae. Come ha scritto Veronica, «partita con mille dubbi e mille incertezze, specialmente per le differenze socio-culturali del paese che mi accingevo a visitare, la Finlandia», ma ora entusiasta del periodo trascorso presso l’“University of Applied Science” di Helsinki: «A tutti coloro che vogliono iniziare questa esperienza, posso solo dire di lanciarsi in questa avventura senza pensarci, perché risulterà essere una delle più belle, esaltanti e coinvolgenti della vostra vita».

Paola Ciaramella

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