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Gamification, trovare lavoro è un gioco da Millennial

Gamification, trovare lavoro è un gioco da Millennial

Trovare lavoro è un gioco da ragazzi grazie alla gamification, una particolare e innovativa tecnica di selezione del personale basata sul gioco e sul coinvolgimento dei candidati. Vediamo di cosa si tratta e quali sono i suoi vantaggi.

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Trovare lavoro è un gioco da ragazzi, in senso letterale grazie alla gamification, una tecnica di recruiting particolarmente amata dai Millennials, cioè dai ragazzi nati tra gli anni Ottanta e Novanta.

Ma di cosa si tratta esattamente?

Cos’è la gamification

Come è facile intuire, il termine deriva dalla parola inglese “game”, ovvero gioco, ed è una pratica che consente di usare i meccanismi tipici del gioco anche in ambiti molto diversi, come ad esempio quello lavorativo, in cui si sta cominciando ad utilizzare sia per selezionare nuovo personale sia per coinvolgere e formare in maniera efficace e divertente i dipendenti.
Perché il gioco, in fondo (come sappiamo tutti fin da bambini) stimola alcuni degli istinti innati dell’essere umano, come la competizione e la ricerca di una ricompensa, il tutto però stabilendo delle regole chiare da rispettare e fissando degli obiettivi da raggiungere. Durante questo percorso, poi, si stimola il coinvolgimento dei partecipanti, che interagiscono e collaborano tra di loro in maniera anche inaspettata, divertendosi e mettendo alla prova tutta la loro creatività, abilità e capacità di problem solving. È un linguaggio che i Millenials in particolare capiscono benissimo e che è molto vicino alle dinamiche che riguardano il mondo di questi nativi digitali.

La gamification nel campo della selezione del personale

Per gli addetti ai lavori si chiama recruiting gamification e consente ai responsabili delle risorse umane di verificare in maniera rapida ed efficace le competenze dei candidati, che a loro volta avranno la possibilità di mettersi alla prova e di avere un riscontro immediato, spesso anche divertendosi. Insomma, tutto il contrario degli iter di selezione più tradizionali, che spesso si rivelano lunghi e noiosi e che nella maggior parte dei casi non danno neanche un feedback al candidato.

Questa tecnica di selezione mette al centro i candidati, coinvolgendoli in giochi di selezione che permettono di individuare le skill e le caratteristiche di ognuno tramite percorsi a punti, quiz a tempo, test sia online che offline e attività studiate ad hoc per far emergere i profili migliori, quelli che risultano in genere più abili, più versatili, maggiormente in grado di gestire tempo e risorse, con le migliori capacità decisionali e più bravi nel fare squadra.

I vantaggi della recruiting gamification

Da quanto abbiamo visto finora, i vantaggi di questo nuovo approccio al mondo del lavoro sembrano davvero molti, ma c’è dell’altro. Grazie a queste simulazioni, che sembrano ludiche, si possono testare sul campo le reali capacità e potenzialità dei candidati, mettendoli alla prova in situazioni che potrebbero realmente presentarsi nello svolgimento delle normali attività lavorative.
C’è poi da dire che un format di selezione di questo genere è ancora una novità e quindi incuriosisce i possibili candidati; di solito, proprio per questo motivo, si presenta un numero maggiore di aspiranti tra cui è poi possibile scegliere, abbattendo così i costi e le tempistiche dell’iter di selezione. Senza contare il fatto che scegliendo un metodo di selezione così innovativo e all’avanguardia si viene classificati quasi automaticamente come realtà dinamica e al passo con i tempi, a cui piace sperimentare e – è proprio il caso di dirlo – mettersi in gioco.

Un’ottima mossa di Employer Branding dunque.

Non mancano i vantaggi della recruiting gamification anche per i candidati, che vedono immediatamente riconosciute le proprie capacità in situazioni concrete ma anche, purtroppo, i punti deboli, su cui però si potrà lavorare maggiormente in vista di futuri colloqui. Il tutto divertendosi -che non guasta mai- e uscendo dalla logica del “mi racconti qualcosa di lei”.

Gamification, gli esempi concreti

Una delle prime aziende ad utilizzare la HR gamification è stata la Marriott International Inc., che per mettere alla prova i suoi candidati ha sviluppato un gioco online a tema hotel simile a The Sims chiamato “My Marriott Hotel”. Un altro esempio è quello della realtà italiana MSC Crociere, che già nel 2015 ha lanciato Inner Islands, un gioco online in cui ad ogni candidato era chiesto di proporre un progetto realizzabile che rappresentasse la sua idea di crociera, focalizzandosi in particolar modo su quattro aree tematiche: destinazioni, intrattenimento, ristorazione e benessere.

Allora, siete pronti a mettervi in gioco per trovare il vostro prossimo lavoro?

 

Francesca Scarabelli

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