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Growth Hacker: il pirata che sviluppa il tuo business
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Growth Hacker: il pirata che sviluppa il tuo business

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Recentemente è comparso nella top 20 dei lavori meglio retribuiti fornita da IlSole24ore e sicuramente non è sfuggito all’occhio attento di chi vuole rispondere alla famosa questione del “che cosa vuoi fare da grande?”. Ecco, la soluzione ve la suggeriamo noi: il Growth Hacker. Già il fatto che per questa professione si debba usare l’inglese, è sintomo di successo, non è vero? Vediamo di spiegarvelo come dovreste farlo voi con la nonna.

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diventare Growth Hacker

La crescita attraverso buone strategie di marketing è il pane quotidiano del Growth Hacker. In altri termini, è lui a gestire le risorse messe a disposizione di un’azienda, per raggiungere gli obiettivi che ci si è posti in fase decisionale. Non è così difficile da capire: se di pirata dobbiamo parlare, immaginiamoci il Growth Hacker come il comandante di una nave che la condurrà con tutto l’equipaggio alla meta. Sani, salvi e, magari, più ricchi dell’andata.

Quali sono i must have di un Growth Hacker?

Esser bravi a catturare l’attenzione. Come fare? Conoscendo innanzitutto le esigenze del target di riferimento, così da attirarlo nel canale giusto e raccogliere i suoi contatti. Dopo questa prima fase il Growth Hacker dovrà continuare questa sua attività e guidarlo verso determinate azioni, mantenendo sempre vivo l’interesse degli utenti con offerte attraenti.

Un bravo Growth Hacker quindi, sa impostare le campagne di marketing sul web che sposino i desideri dei clienti, tenendo in considerazione ovviamente gli obiettivi dell’azienda e il budget a sua disposizione.

I nuovi marketers digitali devono esser multitasking

In altre parole, per portare avanti una strategia articolata che sia efficace, il Growth Hacker deve possedere competenze e conoscenze che variano molto. In lui albergano più anime che vanno da quelle del guru del marketing e dell’online advertising, a quelle del master della programmazione. Non guasta ovviamente una buona padronanza dell’analisi dei dati. Tutto qui? Niente affatto. Il Growth Hacker non deve esser solo un tipo quadrato: la creatività, come in ogni progetto di comunicazione, è di sicuro una soft skill indispensabile.

L’approccio artistico infatti, è quel quid in più che fa spesso la differenza tra una campagna pubblicitaria e un’altra. Il Growth Hacker punta all’orginalità per trasformare le sue conoscenze di dati e linguaggio html in un prodotto finito creativo e originale.

Avete 20 anni e volete esser Growth Hacker?

Come avete appena letto o siete dei geni assoluti, oppure questa professione non è qualcosa che si improvvisa da un giorno all’altro: l’esperienza necessaria per formare una figura così complessa richiede anni di formazione. Si tratta di un mestiere che va costruito passo dopo passo, per accumulare tutte le competenze necessarie per potersi definire completi. Difatti, per fare un sunto veloce, ecco alcune delle cose che un Growth Hacker deve saper gestire all’interno del progetto marketing: acquisizione, attivazione, fidelizzazione; passaparola, guadagno e crescita dell’azienda.

Il lavoro del Growth Hacker è un percorso a ostacoli

Fatto in una prima fase di test per comprendere quale sia la via più giusta da applicare e, eventualmente, ottimizzare.

Per questo deve esser dotato di grande tenacia perché, di tentativi falliti ce ne saranno parecchi: l’essenziale è percepirli come parte dell’evoluzione. Il Growth Hacker è un po’ come uno scienziato che arriva, attraverso diversi esperimenti, alla soluzione finale. Deve esser sempre teso verso nuovi obiettivi e in continuo aggiornamento delle proprie competenze.

Ma quindi, nella pratica, cosa fa un Growth Hacker?

Di solito il primo contatto con un’azienda avviene in un momento in cui il business vuole attuare importanti cambiamenti per evolversi. Inizialmente dovrà guidare l’impresa a determinare gli obiettivi e, ancora più importante, quali sono le disposizioni da investire in termini di budget. Il Growth Hacker propone allora una strategia per determinare un ROI (return on investment) positivo.

Obiettivo: crescita

Una volta stabilito il budget, di solito il Growth Hacker ripensa questa cifra in piccoli gruppi destinati ciascuno all’avvio di più test, in modo da poter capire quale strategia possa funzionare e quale no. Come capirlo? Attraverso la sperimentazione di diverse soluzioni come ad esempio l’advertising oppure l’email marketing automation. Non guasta anche l’analisi della psicologia degli utenti all’interno di specifici funnel. Dopo questa prima fase di raccolta, si passa allo studio dei dati, delle statistiche, e degli analytics. Solo così si può comprendere davvero quale canale darà buoni risultati o meno.

Ovviamente i test dovranno avere determinate caratteristiche: innanzitutto devono esser misurabili attraverso metriche precise. Poi devono esser replicabili in diversi canali ma con le stesse condizioni di prodotto e target. Infine, dovranno esser scalabili e quindi dovrà risultare valido anche ripetuto per 100 volte. Last but not least: devono sempre esser svolti tenendo d’occhio il comportamento dei maggiori competitor.

Ma quanto guadagna un Growth Hacker?

Buone notizie per le nonne preoccupate del benessere dei nipoti: il Growth Hacker potrà svolgere mansioni poco tangibili, ma sicuramente lo sono i suoi guadagni. Il suo portafogli infatti è bello pieno. In America ad esempio, lo stipendio per un anno varia dagli 80.000 e i 100.000 dollari. In Italia il quadro è sempre roseo: all’anno un Growth Hacker può prendere dai 30 ai 40 mila euro. Ma in Ighilterra si arriva agli 80 mila annui.

Vi abbiamo convinti a diventare Growth Hacker? La paga è buono e il lavoro è stimolante. Cominciate subito a formarvi per iniziare a praticare la professione del futuro!

Simonetta Spissu

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