E’ suo il compito di intervenire in situazioni delicate, che se affrontate con superficialità possono provocare traumi, disagi e sofferenze psicologiche: può trattarsi di una coppia in un momento di crisi, di un bambino che ha subito un trauma o di una persona che si trova in un momento di difficoltà. Non solo: un bravo psicologo può lavorare anche in ambito sociale, aziendale, sportivo, giuridico, forense e così via.
A livello giuridico, in Italia il lavoro dello psicologo è riconosciuto dalla legge n. 56 del 1989 e più recentemente, nel 2017, il Ddl Lorenzin, entrato in vigore con la legge n. 3 del 2018, lo ha riconosciuto come una vera e propria professione sanitaria.
Non stupisce quindi che per diventare psicologo sia necessario seguire un iter ben preciso, che va dalla necessaria formazione specialistica all’iscrizione ad un apposito Albo professionale che consente di esercitare la professione solo a persone preparate.
Come diventare psicologo: la formazione
Il percorso per diventare psicologo comincia ovviamente sui banchi di scuola. In particolar modo, per poter esercitare questa professione è necessario conseguire una laurea magistrale in Psicologia (classe LM 51) oppure una laurea specialistica appartenente alla classe 58/S – Psicologia, seguita da un tirocinio professionalizzante di un anno svolto in una struttura convenzionata. Un altro step obbligatorio è quello di ottenere l’abilitazione ad esercitare la professione, abilitazione che si ottiene superando un esame di Stato composto da tre prove scritte e da una prova orale. A questo punto all’aspirante psicologo non resta che iscriversi alla sezione A dell’apposito Albo professionale.
Come diventare dottore in tecniche psicologiche
All’Albo professionale del settore si possono iscrivere (nella sezione B) anche i Dottori in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro e i Dottori in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità.
Gli iscritti alla sezione B dell’Albo possono svolgere alcune attività in autonomia e altre con la supervisione di una figura senior oppure affiancando una equipe multidisciplinare.
Per diventare Dottore in tecniche psicologiche bisogna conseguire una laurea triennale in Scienze e Tecniche psicologiche e successivamente effettuare un tirocinio di sei mesi da svolgere tramite la propria università presso strutture convenzionate. A questo punto è possibile affrontare l’esame di Stato, composto anche in questo caso da tre prove scritte e da una orale, superato il quale ci si potrà iscrivere alla sezione B dell’Albo professionale.
Quali sono gli sbocchi professionali per uno psicologo
Tra i compiti dello psicologo ci sono e attività di prevenzione, diagnosi, sostegno psicologico, abilitazione e riabilitazione di soggetti fragili, oltre al monitoraggio del lavoro svolto dai dottori in tecniche psicologiche.
Uno psicologo può lavorare come dipendente, come consulente oppure come libero professionista, sia in strutture pubbliche che private. Qualche esempio? Hanno spesso bisogno della consulenze di questa figura professionale società di consulenza e formazione, scuole, consultori, tribunali, comunità terapeutiche, case circondariali, centri di accoglienza e così via.
In questo ambito ci si può poi specializzare in psicologia criminale, psicologia infantile, psicologia forense, psicologia del lavoro, psicologia militare e così via, in base ai propri interessi e alle proprie inclinazioni.
Per lavorare come psicologo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, invece, bisogna compiere un ulteriore percorso formativo con una specializzazione quadriennale in psicoterapia.
Cosa può fare un Dottore in tecniche psicologiche
Un Dottore in tecniche psicologiche può svolgere alcune attività in maniera autonoma e altre con la supervisione di uno psicologo. I Dottori in tecniche psicologiche specializzati nell’ambito dei contesti sociali, organizzativi e del lavoro possono ad esempio applicare i protocolli per l’orientamento professionale e per la selezione e la valorizzazione delle sorse umane, ideare progetti formativi per promuovere le potenzialità di crescita personale e di integrazione sociale e migliorare la gestione dello stress, mettere in pratica progetti di formazione e di prevenzione sulle tematiche della sicurezza e del rischio e molto altro ancora.
Tra le attività svolte dai professionisti che si occupano invece dei servizi alla persona e alla comunità ci sono ad esempio l’attuazione di interventi di riabilitazione, di rieducazione funzionale o di integrazione sociale di soggetti con deficit neuropsicologici, disabilità, disturbi psichiatrici o dipendenze da sostanze. In collaborazione con un psicologo può realizzare interventi per sostenere relazioni genitore – figlio, per sviluppare reti di aiuto nelle situazioni di disabilità o effettuare interventi psico educativi per la promozione della salute e la riduzione dei comportamenti a rischio e molto altro ancora.
L’importanza dell’iscrizione all’Albo professionale
Per diventare psicologo (o dottore in tecniche psicologiche) a tutti gli effetti è assolutamente necessario essere iscritti all’Albo professionale, che è diviso in due sezioni: la sezione A riservata agli psicologi e la sezione B per i dottori in tecniche psicologiche.
Gli unici a poter esercitare la professione di psicologo sono gli iscritti all’Albo professionale sezione A, in tutti gli altri casi ci si trova di fronte ad un esercizio abusivo della professione che deve essere segnalato a chi di dovere.
Per iscriversi all’Albo bisogna presentare una domanda di iscrizione in carta da bollo al Consiglio regionale o provinciale dell’ordine, che varia in base alla zona in cui si è residenti o domiciliati, che la esamina e concede l’iscrizione. Solo da quel momento si può cominciare ad esercitare la professione di psicologo.