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Il lavoro del giornalista e le sue sfaccettature
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Il lavoro del giornalista e le sue sfaccettature

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Il lavoro del giornalista attrae molto, soprattutto con l’avvento del Web, dei Social Network e di tutte quelle opportunità di comunicazione e scambio libero e immediato di informazioni. Naturale conseguenza dell’entrata a gran voce di internet in quasi ogni aspetto del lavoro del giornalista è che la professione abbia subito inevitabili mutamenti.

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Il lavoro del giornalista attrae molto, soprattutto con l’avvento del Web, dei Social Network e di tutte quelle opportunità di comunicazione e  scambio libero e immediato di informazioni. Il popolo italiano ha molto da dire e ama farlo sapere, scrivere per diffonderlo.

Naturale conseguenza dell’entrata a gran voce di Internet in quasi ogni aspetto del lavoro del giornalista è che la professione abbia subito inevitabili mutamenti. Il maggiore di questi è proprio la costanza… del mutamento stesso. Dinamicità e continuo aggiornamento sono oramai indispensabili, come la capacità di muoversi con abilità tra i diversi confini giornalistico-editoriali: nell’era di internet le professioni sono meno definite, così anche redattori, pubblicisti e compagnia devono adeguarsi alla legge del “sapere un po’ di tutto”.

Il rischio maggiore, in tale contesto, è la perdita di professionalizzazione e punti di riferimento. Redattori e pubblicisti (i rappresentanti del lavoro del giornalista tradizionale), web writer, articolisti, blogger e via dicendo: a scrivere sono oramai in molti, spesso senza le dovute distinzioni. È bene, invece, conoscere differenze e competenze specifiche.

Non ci si sveglia, da un giorno all’altro, giornalista. Il lavoro va imparato e come in ogni ambito è prevista una formazione, seguita da un periodo di pratica sul campo. Tutti sappiamo scrivere (… più o meno) ma ciò non significa che tutti abbiamo gli strumenti e le capacità per svolgere la professione giornalistica. Questa è un cosa che sul Web si tende, purtroppo, a scordare.

Esiste, invece, una legislazione apposita che definisce e gestisce la professione – Legge 3 febbraio 1963, n. 69 -, istituendone Ordine, Albo ed Esame di Stato.  Facciamo, a questo punto un po’ di chiarezza, analizzando le differenze tra le figure principali che rientrano nella galassia “lavoro giornalista”.

GIORNALISTA PROFESSIONISTA

Stando alla sopra citata legge: «sono professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista». In altre parole, professionista – contrapposto al pubblicista – ha la peculiarità di una professionalità unica ed esclusiva.

GIORNALISTA PUBBLICISTA

«Sono pubblicisti coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi».

Per tutte le informazioni in merito all’Esame (e relative spese), ottenimento del tesserino da pubblicista e iscrizione all’Ordine (e vantaggi che ne conseguono), luoghi dive svolgere il praticantato (redazioni di: giornali, agenzie di stampa, tg e radiogiornali; portali internet registrati presso il Tribunale Civile; scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine) rimandiamo al sito ufficiale.

WEB WRITER

Discorso diverso per il “giornalista della rete”, che non fa parte della categoria professionale ma, in pratica, svolge il lavoro di giornalista (va segnalato, a tal proposito, il costante tentativo del sindacato dei giornalisti di “appropriarsi” di queste nuove figure dell’informazione).

Il web writer presenta alcune ambiguità:

  • alcuni siti assumono persone che non necessariamente posseggono i requisiti e le abilità che un web writer dovrebbe possedere, screditando la figura professionale, nonché riducendone il valore in termine di retribuzione (la rete è piena di web writer improvvisati che svendono i propri articoli creando una situazione per cui i proprietari dei siti si sentono liberi di offrire retribuzioni sempre più basse)
  • malgrado il web il writer spesso svolga le stesse mansioni del redattore di un giornale, opera in un contesto contrattuale sfavorevole: non vede riconosciuto il proprio ruolo professionale (tanto più se il portale non è registrato al Tribunale: gli articoli, infatti, non sono validi ai fini dell’iscrizione all’Albo).

I blogger non sono assolutamente giornalisti, per quanto i loro blog siano aggiornati e dettagliati sono per definizione “diari” telematici. Gli articolisti, infine, non hanno professionalità né formazione specifiche e scrivono, solitamente sottopagati, articoli generalisti, trattando tematiche disparate.

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