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L’importanza dell’intelligenza emotiva al lavoro: è la skill del futuro
intelligenza emotiva

L’importanza dell’intelligenza emotiva al lavoro: è la skill del futuro

intelligenza emotiva
Pixabay | geralt
L'intelligenza emotiva vi sembra una dote che non vi può servire sul posto di lavoro? Vi sbagliate di grosso e a dirlo è nientemeno che il World Economic Forum, che ha inserito questa skill nell'elenco delle competenze che saranno più richieste dalle aziende nei prossimi anni. Siete curiosi di saperne di più?

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L’intelligenza emotiva si fa largo tra le soft skill del futuro e la cosa non stupisce più di tanto. La capacità di sapere riconoscere e gestire le proprie emozioni e soprattutto quelle di colleghi e superiori è indubbiamente una competenza da non sottovalutare.

Lo sanno bene recruiter e head hunter che, tra tanti profili simili, sempre più spesso ritengono che il vero valore aggiunto di un candidato siano proprio le sue attitudini e inclinazioni caratteriali, che spesso contano quanto saper fare bene il proprio lavoro.
Il 34% dei selezionatori (secondo un’indagine realizzata dal Gruppo Sodexo), infatti, in un candidato ricerca proprio la capacità di creare un ambiente di lavoro che stimoli l’intelligenza emotiva e quella di gestire al meglio le emozioni, proprie e altrui. Insomma, è una dote – innata, ma che può essere affinata – che potrebbe aiutarvi a fare carriera più in fretta di quanto pensiate!

Cos’è l’intelligenza emotiva

Cominciamo dalle definizioni che, pur essendo un po’ schematiche, spesso hanno il pregio di chiarirci un po’ le idee. Lo psicologo americano Daniel Goleman ha definito l’intelligenza emotiva “la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, ma anche la capacità di saper gestire le emozioni in modo efficace”.

Semplice? Non tanto: questo tipo di intelligenza è più rara di quello che si pensi e viene spesso sovrastimata. Come dicevamo, però, c’è speranza per tutti: è di sicuro una dota innata, ma ci sono degli esercizi e dei programmi studiati ad hoc per migliorarla.

Tanto per cominciare, si possono leggere alcuni libri che saranno sicuramente d’aiuto:

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Intelligenza emotiva e mondo del lavoro

intelligenza emotiva al lavoro

Pixabay | geralt

Ma, in poche parole, cosa significa essere un professionista dotato di intelligenza emotiva? Come abbiamo già visto, l’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere e gestire le emozioni, ma comprende anche competenze come la capacità di autocontrollo, la motivazione, la consapevolezza di sé, l’empatia e le abilità sociali.

Le componenti dell’intelligenza emotiva

Richard Boyatzis, professore di economia alla Case Western Reserve University, e Daniel Goleman hanno individuato quattro ambiti che compongono la competenza emotiva e sociale sul posto di lavoro, dal punto di vista dei lavoratori e delle aziende. Possiamo così individuare:

  • Autoconsapevolezza: cioè l’arte di capire se stessi, con le proprie debolezze e i propri punti di forza. Facciamo un esempio pratico? Se sei un manager e sai che l’imminenza di una scadenza tira fuori il peggio di te, puoi puoi prevenire e gestire questa situazione pianificando il lavoro con ampio anticipo;
  • Autogestione, quindi sapere gestire le emozioni stressanti ed essere in grado di individuare quelle positive. Questo è particolarmente importante sia per il lavoratore, perchè subisce meno stress correlato al lavoro, sia per l’azienda, dal momento che i leader in grado di gestire le proprie emozioni hanno in genere risultati migliori;
  • Consapevolezza sociale, cioè saper riconoscere ed empatizzare con le emozioni altrui;
  • Gestione delle relazioni, quindi saper lavorare con gli altri in maniera efficace, essere in grado di risolvere conflitti, saper motivare e ispirare. Questo crea un ambiente di lavoro più efficiente e, soprattutto, più felice.

L’intelligenza emotiva è la chiave del successo: ecco tutti i benefici

Ogni giorno siamo chiamati a confrontarci con una miriade di situazioni in cui viene coinvolta la sfera emotiva, e molte di queste riguardano l’ambito del lavoro. Spesso, infatti, prendiamo decisioni anche in base alle nostre emozioni e ai nostri sentimenti. Non è un errore: l’importante è sapere riconoscere la fonte di queste emozioni. Ciò ci porterà ad essere più in sintonia con il nostro team di lavoro, sviluppando una capacità di comprendere correttamente, di esprimere e di gestire le emozioni proprie e altrui. Non soltanto: questa capacità ci aiuterà a gestire al meglio i rapporti di lavoro con colleghi, superiori e clienti e anche a risolvere problemi complessi sotto pressione.

Gary Yukl, un ricercatore sui temi correlati alla leadership sostiene ad esempio che “l’auto consapevolezza rende più facile comprendere i propri bisogni e le probabili reazioni se alcuni eventi si sono verificati, facilitando in tal modo la valutazione di soluzioni alternative”.

empatia

Pixabay | geralt

Come migliorare la propria intelligenza emotiva?

E veniamo alla domanda che molti di voi si saranno posti: come migliorare o affinare questa fantastica skill, utile sul lavoro e nella vita privata?
Molti esperti del settore ritengono molto importante l’essere valutati dagli altri. Un feedback da parte di chi ci circonda può aiutarci ad essere più riflessivi e onesti con se stessi, a valutarci e a lavorare sulle nostre emozioni. Ci vuole un po’ di pratica, ma i risultati non tarderanno ad arrivare.

Si può poi provare a ridurre le emozioni negative, in modo da non farci sopraffare. Per far ciò è utile, davanti a situazioni che non ci piacciono, non saltare a conclusioni affrettate e cercare di vedere la cosa da altri punti di vista, riducendo così le possibilità di equivoco.

Un altro modo per sviluppare la propria intelligenza emotiva è quello di allenarci ad essere assertivi. Questo vuol dire esprimere il nostro punto di vista senza essere aggressivi, a dire di no senza sentirci in colpa, a saper comunicare senza mettere l’altro sulla difensiva.

Chi, infine, non si è mai sentito sotto stress? Il modo in cui si affronta, però, può fare la differenza. Quando si è sotto pressione è infatti importante riuscire a rimanere lucidi, anche grazie a piccoli trucchi come uscire a respirare un po’ d’aria o bere alcuni sorsi di acqua fresca per ridurre il nervosismo.

Le donne risultano avvantaggiate perchè in genere tendono ad avere un livello di empatia superiore alla media, ma questo un po’ ce lo aspettavamo, vero? Dal punto di vista di David Goleman, però, nel rapporto tra intelligenza emotiva e leadership uomini e donne se la giocano alla pari. Entrambi, comunque, hanno bisogno di accrescere costantemente la propria competenza in questo ambito.

Siete pronti per cominciare ad allenare la vostra intelligenza emotiva?

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