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Laurea in lingue e letterature straniere, quali sono le professioni possibili?
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Laurea in lingue e letterature straniere, quali sono le professioni possibili?

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Lavorare con una laurea in lingue e letterature straniere non solo è fattibile, ma è anche molto stimolante: gli sbocchi professionali portano lontano, con la possibilità di confrontarsi e conoscere culture lontane.

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Amanti delle mete più lontane e delle culture diverse dalla vostra, abbiamo un’idea per le vostre carriere future: una bella laurea in lingue e letterature straniere vi aprirà le porte al mondo del lavoro! Percepiamo il vostro scetticismo, ma noi accettiamo la sfida: gli sbocchi professionali per chi decide di investire in questo tipo di formazioni sono tanti, più o meno quanti sono i linguaggi su questa terra. Quindi saltiamo le presentazioni e addentriamoci nell’argomento.

Laurea in lingue e letterature straniere: il miglior biglietto per il mondo del lavoro

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Decidere di intraprendere questo percorso formativo vi permetterà di viaggiare, entrando direttamente in contatto con le altre popolazioni e le loro culture. Se siete cittadini del mondo, la laurea in lingue e letterature straniere vi aprirà numerose prospettive. Le cose sono cambiate anche solo rispetto a dieci anni fa, quando gli iscritti alle triennali della laurea in lingue e letterature straniere si aggirava attorno ai 12mila studenti, un numero che è raddoppiato, raggiungendo i 26mila, secondo l’anagrafe Miur.

Nonostante questo dato, resta vero che soprattutto in Italia, come afferma Leonardo Buonomo, coordinatore del corso di laurea in Lingue e letterature straniere dell’università di Trieste: «la conoscenza delle lingue resta ancora limitata e una solida preparazione può risultare per questo particolarmente spendibile. Un risultato lusinghiero, raggiunto grazie all’attenzione dedicata alla formazione linguistica e culturale dei nostri studenti, al lavoro sui testi in lingua originale e alla collaborazione tra docenti di lingua e letteratura».

Laurea in lingue e letterature straniere: alcuni dati

Aiutiamoci con i risultati riportati dal XVII Rapporto AlmaLaurea relativi alla condizione occupazionale di chi ha conseguito la laurea in lingue e letterature straniere. Uno dei focus dello studio sono i laureati in lingue di primo livello del 2013. Di questi, la maggior parte ha deciso di andare avanti con il percorso universitario: parliamo del 51%,  al contrario del 40% degli intervistati che ha invece pensato di buttarsi subito sul lavoro. Infine, una piccola parte degli esaminati, ovvero il 13%, è riuscita a coniugare lavoro e studio.

Laura in lingue e letterature straniere: meglio prendere la magistrale

La laurea triennale è da intendersi come un primo step per formare le basi di partenza, da affinare e approfondire con la laurea magistrale. Gli sbocchi occupazionali per i laureati di primo e di secondo livello in queste materie sono pressoché gli stessi. Tuttavia, il corso di lingue e letteratura straniere magistrale permette di terminare gli studi con competenze più adatte a favorire il passaggio nel mondo del lavoro.

Così come dice Tiziano Angelo Leonardi, presidente dell’Associazione nazionale italiana traduttori e interpreti: «consiglio di proseguire, soprattutto agli studenti del primo corso di studi, poiché il secondo risulta già un po’ più professionalizzante».

In questo senso è consigliabile proseguire la formazione universitaria anche per quanto riguarda la professione di interprete e traduttore. A sottolinearlo è ancora Tiziano Angelo Leonardi: «Il quadro europeo delle qualifiche prevede che, per esercitare queste professioni, si abbia il titolo magistrale. Per questo resto perplesso quando alcune università dicono agli studenti che basta una triennale».

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In effetti, pare che le possibilità di trovare lavoro con una laurea in lingue e letterature straniere aumentino se si sceglie di completare il percorso universitario.

Dati alla mano

La laurea magistrale è quel qualcosa in più che è apprezzato dalle aziende che vogliono assumere. Infatti, rispetto alla sola laurea triennale, chi va avanti nella formazione registra tassi di occupazione più elevati e una maggiore stabilità.

Ad un anno dal conseguimento della laurea in lingue e letterature straniere, la percentuale degli occupati è del 67%, mentre il 27% è di disoccupati. Di questi, solo il 15,5% sono con un contratto a tempo indeterminato. Dopo 12 mesi, lo stipendio medio mensile è di 872 euro netti.

I dati per fortuna cambiano dopo 5 anni dalla laurea di lingue e letterature straniere: il 75% dei laureati alla magistrale era impiegato e la stabilità contrattuale raggiunge il 45%, di cui il 30% a tempo indeterminato. Anche lo stipendio medio dopo cinque anni dalla laurea in lingue e letterature straniere cresce, con una media mensile di 1.155 euro netti.

Cosa si impara con la laurea in lingue e letterature straniere

Alla fine di questo corso universitario, ecco che cosa avrete a disposizione da spendere sul mercato del lavoro: sarete cintura nera di lingua e letteratura italiana, innanzitutto. Possiamo poi individuare dei corsi di laurea triennale e magistrali in lingue e letterature straniere che vi avvieranno a diversi sbocchi professionali. Per cui, nonostante sia un po’ difficile fare un ragionamento a priori, fate il possibile per allineare le vostre aspirazioni con il piano didattico di ogni ateneo.

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Non basta però selezionare l’ateneo e il corso di laurea più vicino ai vostri sogni: una volta iscritti, quali saranno le lingue che studierete? Ogni Università offre la possibilità di sceglierne due oppure tre. A tal proposito esistono diverse scuole di pensiero: la prima viene rappresentata da Leonardo Buonomo, coordinatore del corso di laurea in lingue e letterature straniere dell’università di Trieste, al primo posto nell’ultima classifica Censis per la didattica. Proprio lui consiglia di di «abbinare l’inglese a un’altra lingua a larga diffusione. Come spagnolo, francese o tedesco, che rappresentano una carta importante da giocare nel mondo del lavoro».

Di altro avviso invece è Tiziano Angelo Leonardi, presidente dell’Associazione nazionale italiana traduttori e interpreti, che suggerisce di  «abbinare una lingua a maggiore diffusione con una più “di nicchia” tra quelle dell’Unione europea».

Laurea in lingue e letterature straniere: non è per i sedentari

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Qualsiasi siano le lingue che deciderete di imparare, una cosa che non potete ignorare dall’inizio del vostro percorso è la necessità di uscire per un periodo dall’Italia. Sembra scontato farvelo presente ma, per conoscere davvero una lingua, bisogna innanzitutto praticarla, soprattutto se parliamo di lingue orientali. Queste sono così lontane, a partire dall’alfabeto sino ad arrivare alla cultura che vi sta dietro, da rendere obbligatorio una lunga permanenza a contatto con i madrelingua.

Altro elemento da prendere in considerazione è la zona in cui si decide di lavorare, per orientare le vostre scelte didattiche in base alle offerte del mercato territoriale in relazione alle attività turistiche.

In ogni caso, più o meno qualsiasi corso di laurea di questo genere vi preparerà nella padronanza delle lingue, delle letterature e delle culture straniere, un buon passepartout che si adatta a molti tipi di lavori. Nel vostro pacchetto formativo potrete anche contare conoscenze di tipo economico, di diritto, geografia, storia e informatica. Una preparazione piuttosto completa, che può rendervi dei profili spendibili in molti ambiti.

Professioni per laureati in lingue e letterature straniere

La laurea in lingue e letterature straniere apre le porte di molti settori, in aziende private e istituzioni pubbliche: pensiamo ai lavori possibili all’interno dei consolati come ambasciatori oppure a chi riesce ad avviare una carriera di interpretariato e traduzioni in strutture a livello globale.

Per tornare all’ambito aziendale, sono tanti i datori di lavoro alla ricerca di figure di questo tipo, soprattutto quando si parla di import-export. Le risorse che sono in grado di aiutare nel costruire le relazioni con i clienti esteri sono preziose.

Esiste poi la strada della mediazione linguistica, potenzialmente infinita per quanto riguarda i possibili sbocchi professionali. Un mediatore linguistico può infatti essere impiegato nel settore terziario per gestire pratiche complesse di tipo sanitario e di diritti sociali e civili, oltre che della sicurezza e della risoluzione di conflitti.

Laurea in lingue e letterature straniere: gli sbocchi nel settore turistico

In questa categoria ricadono tante figure professionali, come l’organizzatore di percorsi culturali, l’agente di viaggio, oppure l’accompagnatore più specializzato, la guida, che si occupa dei punti informativi turistici, fino a chi lavora nelle strutture di ospitalità.

Infine, per i laureati in lingue e letterature straniere esiste anche l’opzione dell’estero. Difatti conoscere le lingue è sicuramente un’abilità utile per inserirsi ad esempio negli istituti italiani, ma è possibile anche lavorare all’interno del mondo editoriale e giornalistico, oppure come insegnanti e ricercatori.

Per dirla insieme ad una docente di lettura spagnola e membro dell’Associazione laureati in lingue dell’università di Udine, Renata Londero: «Un laureato in lingue e letterature straniere può trovare occupazione nell’editoria, ad esempio come redattore per lingue straniere. Ma anche in enti turistici e internazionali; può inoltre lavorare nelle aziende, soprattutto negli uffici addetti all’import-export. Oppure puntare all’insegnamento, nel qual caso sarà poi però necessario il titolo magistrale e il Fit, il vecchio tirocinio formativo attivo» .

Ed è ancora lei a far riflettere sul futuro dei laureati in traduzione e mediazione, per i quali è facilitato l’accesso ai lavori di traduzione: «Possono lavorare nell’ambito della traduzione dei testi letterari o turistici. Ma anche di quelli più specificatamente tecnici, come i testi economici e giuridici».

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