Il Paese ricava la maggior parte delle sue entrate pubbliche totali – ben il 70 per cento – dall’andamento delle vendite petrolifere, fonte che è comunque in via di estinzione.
Dubai punta quindi anche sul settore commerciale, sull’industria manifatturiera e sul turismo, mentre l’edilizia ha avuto una leggera riduzione della sua importanza nell’economia del Paese.
In questo ricco Paese anche gli italiani possono trovare spazio, dal punto di vista lavorativo, in particolar modo nel settore IT, su cui il governo di Dubai sta cercando di attirare investitori dall’estero. Trovare lavoro a Dubai non è sempre semplicissimo, ma ci sono alcuni siti che aiutano nell’impresa, sui quali è possibile consultare la offerte di lavoro a Dubai, come ad esempio www.lavoroadubai.it, dove sono presente oltre 250 offerte di lavoro in svariati settori, e www.jobsindubai.com.
Dal punto di vista burocratico, le pratiche per l’ottenimento del visto vengono di norma espletate dalle aziende dalle quali si viene assunti. Per entrare nel Paese è sufficiente essere in possesso di un passaporto valido, sei foto formato tessera, un certificato di matrimonio se si è sposati e il certificato di nascita di ogni componente della famiglia se ci si trasferisce a Dubai con moglie o marito e figli. In alcuni casi, se ci si trasferisce negli Emirati Arabi per lavoro, è necessario esibire anche il contratto di lavoro. Tutte le informazioni utili e sempre aggiornate possono essere reperite contattando il consolato Emirati Arabi.
Ci sono alcune cose da sapere prima di cercare lavoro a Dubai. Innanzitutto, la lingua ufficiale è l’arabo, ma per trasferirsi è sufficiente una buona conoscenza della lingua inglese. Gli stipendi mediamente sono simili a quelli europei ma, dal momento che a Dubai non ci sono tasse personali, lo stipendio netto risulta molto più elevato. Per la maggior parte dei posti di lavoro gli stipendi base partono da 1.200 euro netti, fino ad arrivare ad oltre 4.000; molte aziende, inoltre, offrono anche alloggio, rimborso spese e alcuni benefit. Oltre allo stipendio e ad eventuali bonus, i lavoratori hanno diritto ad un’indennità alla scadenza del contratto, una sorta di bonus di fine contratto che deve essere riconosciuto ai lavoratori stranieri. Questa indennità si calcola in base allo stipendio normalmente percepito: per chi ha lavorato a Dubai per molto tempo questa cifra può diventare molto consistente. Di solito di tratta di 15 giorni di stipendio base per un anno di lavoro per i primi tre anni e successivamente di un mese di stipendio per un anno di servizio.
Se gli stipendi netti sono mediamente più elevati di quelli italiani, il costo della vita a Dubai è generalmente più basso grazie all’assenza di un sistema di imposte, anche se alcuni prodotti di importazione possono risultare costosi. Per agevolare la popolazione locali, inoltre, le bollette di gas, corrente elettrica e acqua vengono parzialmente coperte dallo stato, che è anche il fornitore di questi servizi.
In genere, però, Dubai non consente alla forza lavoro straniera di trasferirsi definitivamente nel Paese, ma ne consente l’accesso per progetti di breve durata. Gli straniero sono pagati bene e trattati con rispetto, ma vengono discretamente tenuti sotto controllo. Secondo le previsioni degli esperti, la richiesta di manodopera a Dubai subirà delle variazioni: nei prossimi decenni saranno probabilmente meno richiesti professionisti nel settore dell’edilizia, mentre crescerà la domanda di figure professionali specializzati nel campo della tecnologia.