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Lettera di referenze: cos’è, chi la deve scrivere e perchè è importante
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Lettera di referenze: cos’è, chi la deve scrivere e perchè è importante

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Scrivere una buona lettera di referenze parte innanzitutto da una prima mossa: chiederla al giusto referente. Tutti i trucchi per scriverne una eccellente li scoprirete insieme a noi.

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Durante la ricerca del lavoro è importante avere a disposizione gli strumenti giusti per colpire i selezionatori. Si dovrebbe quindi poter sfoggiare un curriculum vitae perfetto, una lettera di presentazione interessante e magari anche una lettera di referenze che assesti il colpo finale. Ma ecco che spuntano subito le domande: a chi chiederla? Come strutturarla? Adesso vi aiutiamo noi.

Lettera di referenze: cos’è?

In Italia il passaparola è ancora una pratica decisiva nel trovare un nuovo lavoro; la lettera di referenze, invece, è poco sfruttata. Peccato! Perché, al contrario di quanto si pensa, è un tassello fondamentale nel quadro generale della vostra candidatura. Addirittura che potrebbe esser quel quid in più, che vi farà passare la selezione portandovi direttamente all’assunzione.

In effetti, la lettera di referenze è un modo utile per confermare ciò che viene poi letto nel curriculum: se la versione di dipendente e datore di lavoro coincidono, allora il vostro profilo professionale è a prova di bomba.

A volte capita che lasciare il lavoro presente per cercarne uno nuovo non sia frutto di un disguido tra dipendente e datore di lavoro, ma solo un passaggio obbligatorio. In questi casi il vostro boss sarà il primo che, seppur a malincuore, vorrà darvi una spinta per trovare il giusto riconoscimento altrove, chiarendo i motivi per cui vi ha assunto e quelli per cui state, ahimè, andando via. In questo modo, di fronte a questo cambiamento, un selezionatore può avere chiara l’immagine di un dipendente che non è stato licenziato per scarsa competenza nel suo ruolo, ma per cause esterne.

Referenze o raccomandazione?

Se vi state chiedendo se lettera di referenze e raccomandazione siano la stessa cosa, la risposta è no. Sebbene esistano allo stesso scopo (ovvero aiutare un dipendente ad esser valorizzato durante la fase di selezione) le due si distinguono per un particolare preciso: mentre la prima è scritta dal datore di lavoro a un destinatario a lui sconosciuto, nel caso della raccomandazione il futuro employer è già noto a chi articola la lettera. Ci siamo?

Chi dovrebbe scrivere la lettera di referenze?

Solitamente la lettera di referenza deve essere richiesta al direttore del personale o direttamente al datore di lavoro. Prima che vi facciate prendere dal panico: chiederla è un vostro diritto. Se siete maniaci del controllo oppure volete rendere la vita del vostro ex capo meno faticosa, potreste occuparvi voi di tracciare una prima bozza, da far poi firmare nella sua versione finale a chi di dovere. Spesso è lo stesso datore di lavoro che vi chiede una mano, lasciando a voi il compito di dar loro una prima traccia su cui basarsi.

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Questa sorta di canovaccio proposto ai grandi capi (dell’azienda o delle risorse umane) potrebbe essere l’occasione di gestire meglio le pratiche di stesura: essendo una richiesta fatta ai vertici, avrete a che fare con persone sempre impegnate e con altre priorità. Invece, proponendo per primi del materiale che già pronto all’uso e da riconsegnare con il minimo sforzo, potrete velocizzare i tempi.

Se è la vostra prima esperienza, a chi chiedere la lettera di referenze?

Prendete spunto da quello che avete già evidenziato nella scrittura del curriculum: sottolineate i vostri traguardi formativi e le attività extrascolastiche. Ricordatevi di menzionare degli episodi che possano essere esempio delle vostre soft skills. Una volta che avrete messo tutto in ordine e avrete chiari i tuoi punti di forza, pensate a chi potrebbe dare una conferma delle vostre qualità: un docente che vi ha supportato durante il lavoro di tesi, l’associazione o il gruppo in cui avete svolto attività di volontariato… insomma: qualcuno di significativo che vi conosca e possa raccontarvi in maniera professionale al vostro primo datore di lavoro. Chiedete a loro, senza paure.

Come scrivere una lettera di referenze fantastica

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Primo passo: dotarsi della carta intestata aziendale per la stampa finale. Considerate che la lettera di referenze è strutturata in 3 paragrafi. Nel primo devono essere presenti il nome dell’azienda e del datore di lavoro, insieme al ruolo che avete ricoperto, con tanto di date di inizio e termine del rapporto. Nel secondo paragrafo, invece, andrà inserita la descrizione delle vostre caratteristiche positive, con focus sull’iter professionale e sui traguardi portati a buon fine. A questo punto, ci si augura in caso di una buona relazione tra capo e dipendente, il responsabile dovrebbe poter esprimere il suo giudizio positivo nei vostri confronti.

Terzo paragrafo: l’ex datore di lavoro chiude la lettera con una formula di cortesia, rendendo disponibili i propri contatti per un eventuale chiarimento diretto.

A seguire, un esempio di lettera di referenze lunga e di una più breve.

Ultime avvertenze sulla lettera di referenze

Sia che abbiate tracciato una bozza solo da firmare, sia che sia stata redatta interamente dal vostro (ex) datore di lavoro, l’autore della lettera di referenze dovrà conoscere a fondo la prossima posizione che avete intenzione di ricoprire. Perché? Perché, avendo chiaro il ruolo per cui vi candidate, chi scrive potrà soffermandosi su alcune vostre caratteristiche o su alcuni dettagli che possono aiutarvi ad emergere rispetto agli altri concorrenti.

Tutto pronto, quindi, per fare il salto verso un nuovo lavoro: preparatevi al meglio e fatevi descrivere bene da chi vi ha già visto all’opera. Ora dovete mettervi in gioco!

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