Dare alla luce una nuova vita è già un compito di per sé enorme per una donna: che cosa dire allora di tutti quei professionisti che aiutano le partorienti a portare al mondo i loro bambini? Parliamo naturalmente dell’ostetrica, una figura chiave nel processo del parto e sulla quale spesso si fa confusione, magari sovrapponendola ad altre professioni sanitarie come l’infermiere. In realtà, le sue mansioni sono specifiche e la distinguono da tutti gli altri ruoli interni ad un ospedale. Vediamo di cosa si occupa nel dettaglio e come diventare ostetrica.
Ostretrica: chi è?
Nelle strutture ospedaliere l’ostetrica si muove con naturalezza, nonostante molti dei pazienti presenti non capiscano esattamente quali siano i suoi super poteri. Molti infatti pensano che l’ostetrica sia semplicemente una figura di supporto alle gestanti nella difficile fase del travaglio e del parto. In realtà, oltre a questo, questa specialista svolge altri compiti altrettanto importanti.
Cominciamo con lo sfatare uno dei miti che girano attorno a questa professione: l’ostetrica non deve essere per forza donna. Non ci credete? Pensate ai ginecologi: per quanto si occupino anche loro delle parti intime femminili, non per forza sono soltanto donne. Allo stesso modo, anche in Italia, nonostante l’effettivo gap di genere attorno a questo mestiere, l’ostretrica può essere un uomo.
Cosa fa l’ostetrica
L’ostetrica organizza e svolge delle vere e proprie lezioni su cosa sia la contraccezione dalla fase adolescenziale in poi, ma non solo.
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- Presta servizio in ambulatorio ma anche domiciliare, soprattutto quando si tratta di effettuare pap-test o la raccolta di un tampone;
- Realizza dei momenti formativi per le coppie in dolce attesa, che possono essere specifici come quello di acquaticità oppure più generali come i classici corsi pre-parto;
- L’educazione sessuale è una delle sue competenze, che può anche trasformarsi in un’azione di consulenza sul tema;
- Offre il suo consulto di fronte a infiammazioni genitali femminili;
- Offre sostegno ed esperienza a coloro che soffrono di qualsiasi tipo di difficoltà nell’ambito sessuale;
- Fa opera di prevenzione per quanto riguarda i tumori che colpiscono maggiormente le donne, come quelli della mammella;
- Condivide le informazioni riguardanti l’esistenza in commercio di prodotti ecologici per le mestruazioni, come possono essere le coppette mestruali e gli assorbenti lavabili;
- Assiste le partorienti durante l’intero arco della gravidanza per quanto riguarda l’aspetto fisiologico;
- Organizza corsi di riabilitazione del pavimento pelvico, in seguito alla gravidanza e in vista della menopausa;
- Durante il travaglio, dopo il parto e nella fase dell’allattamento segue le pazienti, avendo cura della corretta crescita e della salute del neonato.
Come diventare ostetrica
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Essendo un mestiere complesso, che si focalizza sui genitali femminili prima, durante e dopo il parto, un’ostetrica non può certo improvvisarsi tale. Dovrà infatti esser preparata adeguatamente a svolgere le mansioni che abbiamo già menzionato, attraverso un percorso di studi specifico.
La strada per diventare colei (o colui) che assiste la gestazione passa per la formazione universitaria apposita che ha la durata minima di tre anni. Per accedere allo specifico corso di laurea, però, state attenti: dovrete superare un test di ammissione, essendo una facoltà a numero chiuso. Parliamo dello stesso esame che di solito viene applicato alle altre professioni sanitarie, che vi metterà alla prova in diversi ambiti:
- Matematica;
- Biologia;
- Fisica;
- Chimica;
- Logica;
- Cultura generale.
Il test è piuttosto impegnativo, non vi mentiremo, ma per superarlo è sufficiente il buon vecchio metodo del “attaccati alla sedia e studia”. Per prepararsi a superare questo primo scoglio, consigliamo il manuale Quiz per i concorsi da collaboratore sanitario ostetrica/a.
Qualche dritta per superare il test
Possiamo fare ancora meglio per aiutarvi a entrare nella facoltà di ostetricia. Vediamo più nel dettaglio come è composto il test di ingresso: vi troverete a dover rispondere a 60 quesiti a risposta multipla in un tempo di 100 minuti. Le materie le abbiamo già elencate, ma ora vediamo come sono ripartite tra queste le diverse domande: per cultura generale i quesiti sono 2, mentre per logica sono 20. Poi 18 di biologia e 8 di fisica e matematica. Infine, altri 12 di chimica.
Come funziona invece la graduatoria? Chi verrà premiato sarà chi avrà risposto in maniera corretta al maggior numero di domande, per un punteggio massimo di 90. Il sistema dei punti viene calcolato in base a determinati criteri:
- 1,5 punti per ogni risposta esatta;
- meno 0,4 punti per ogni risposta sbagliata;
- 0 punti per ogni risposta non data.
Per cui sembra chiaro che se vi trovaste poco sicuri di una risposta, è meglio non selezionare alcuna opzione, perché gli errori penalizzano il punteggio.
Una volta superato il temibile test d’ingresso, potrete cominciare il percorso di studio di tre anni al termine del quale potrete decidere di intraprendere due strade. Da un parte, approfondire le vostre competenze frequentando un master di primo e di secondo livello oppure procedere con altri due anni di studi universitari. Dall’altra, esercitare direttamente come ostetrica, facendo richiesta di iscrizione al Consiglio provinciale delle ostetriche.
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Ricordiamo che per esercitare regolarmente la professione di ostetrica non è facoltativa l’iscrizione all’Albo. La procedura andrà avviata presso il collegio situato nel luogo di residenza o dove si ha intenzione di esercitare. Questo è il vero ultimo step per diventare ostetrica a tutti gli effetti, sia che vogliate lavorare come dipendenti del servizio sanitario nazionale sia come lavoratori autonomi per istituti privati.
Cosa succede se lavorate come ostriche senza essere iscritti all’Albo? Incorrereste nel reato di esercizio abusivo della professione, così come prevede l’articolo 348 del Codice penale.
Il corso triennale per l’ostetrica
Durante il primo anno farete conoscenza con diverse materie, a cominciare dalla biologia e dalla fisiologia della riproduzione umana e dello sviluppo embrionale. In questa prima fase porrete le basi teorico-pratiche dell’assistenza generale ed ostetrico-ginecologica e neonatale, così da coltivare le competenze basiche utili ad affrontare la fase di tirocinio.
Nel secondo anno, invece, acquisirete conoscenze in fisiopatologia, farmacologia, specialistica ed assistenziale per la sorveglianza della gravidanza fisiologica e della gravidanza a rischio. Studierete anche le tecniche d’assistenza al neonato sano e critico e svilupperete competenze in ambito chirurgico ostetrico-ginecologico.
Apprenderete anche le modalità corrette per stabilire una buona relazione con il paziente singolo, con la coppia e persino con la comunità, così da promuovere al meglio la prevenzione e il culto della salute. A questo punto del percorso sono previste diverse possibilità di tirocinio, in modo da far sperimentare concretamente allo studente ciò che ha imparato solo in teoria.
Per il terzo anno vi aspetta un approfondimento delle conoscenze oncologiche, endocrinologiche, di bioetica e delle norme etiche, deontologiche e medico legali proprie della professione di ostetrica. Imparerete a gestire le urgenze e le emergenze ostetriche autonomamente, così come in collaborazione con altri professionisti. In quest’ultimo anno potrete sviluppare le competenze metodologiche per comprendere le ricerche sul campo e quindi elaborare la vostra tesi finale. Una maggiore importanza è riservata all’esperienza di tirocinio, che potrebbe esser l’anticamera per la totale autonomia professionale.
Come avrete notato, uno dei fattori che hanno maggiore rilievo durante tutto il percorso è proprio il tirocinio, presente nell’arco del triennio. E’ essenziale per impratichirsi con gli interventi di parto all’interno delle strutture autorizzate, con il supporto di professionisti.
Quanto guadagna un’ostetrica?
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Per una professionista che ha a che fare con delle fasi tanto intime e complesse della vita di una donna, quale sarebbe la corretta retribuzione? Non lo sappiamo, ma possiamo certo darvi un’indicazione di quali sono le prospettive economiche di un’ostetrica. Innanzitutto puntualizziamo che questo mestiere è una libera professione e quindi, una volta conclusa la formazione universitaria, l’ostetrica ha la facoltà di scegliere la struttura all’interno della quale lavorare e sviluppare le prime esperienze professionali.
In quest’ottica lo stipendio può variare a seconda del caso individuale, ma è possibile indicare una cifra che si aggira attorno ai 1.500 euro mensili, un numero che però può andare verso il basso o verso l’alto in relazione a diversi contesti.
I fattori che influenzeranno l’oscillazione del vostro salario:
- La zona geografica in cui è collocata la struttura;
- Svolgere la professione all’interno di un istituto pubblico o privato;
- Straordinari e l’organizzazione dei turni;
- Il grado di preparazione al di là della formazione di base offerta dal percorso universitario: potreste offrire più servizi se decideste di aggiornarvi e specializzarvi ulteriormente;
- l’effettivo numero di corsi che terrete al di là delle mansioni consuete legate al parto.
A fronte di questi diversi parametri potrete toccare i 2.000 euro al mese.
Lo stipendio di un’ostetrica all’estero
Non sono poche le ostetriche che, subito dopo la laurea, decidono di oltrepassare i confini nazionali. Per questo vi offriamo anche una panoramica su cosa vi aspetta all’estero in termini di retribuzione. Tra i Paesi che rientrano tra le mete preferite per un’ostetrica, in pole position troviamo l’Inghilterra, uno stato in cui l’ostetrica può guadagnare uno stipendio ben più alto di quello che percepirebbe in Italia. Infatti, il salario fuori dal Bel Paese raggiunge tra i 30mila o i 40mila euro annui. Anche in questo caso, esistono degli elementi che influenzano la retribuzione.
Ora crediamo davvero di avervi fornito tutte le informazioni necessarie per sapere se tentare a inserirvi nel magico mondo dell’ostetricia. La scelta finale spetta a voi, ma almeno ora siete consapevoli di cosa potete aspettarvi.