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Diventare amministratore di condominio: i requisiti, la formazione, i doveri

Diventare amministratore di condominio: i requisiti, la formazione, i doveri

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Quella dell’amministratore di condominio si configura sempre più come una vera e propria professione, da svolgere a tempo pieno dopo un’adeguata formazione specifica.

Il carico di compiti e di responsabilità è ora molto maggiore rispetto al passato; per questo motivo è stata prevista la possibilità di delegare questo lavoro a società e non solo a singoli individui.
Le novità introdotte dalla riforma cominciano già dalla nomina dell’amministratore, che diviene obbligatoria quando i condomini sono più di otto, e non quattro come in precedenza. L’incarico dura un anno e, dopo tale periodo, l’amministratore deve essere conformato o revocato dall’assemblea condominiale.

Ma quali sono i requisiti per diventare amministratore di condominio?
Innanzitutto è necessario il pieno godimento dei diritti civili, non essere stati condannati per reati contro l’amministrazione pubblica e, in generale, non avere a proprio carico nessun reato che abbia una pena prevista dai due ai cinque anni di reclusione.
Oltre a questo, bisogna essere in possesso di un diploma e aver frequentato un apposito corso di formazione e i successivi corsi di aggiornamento.
L’Anaci (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari), ad esempio, organizza ogni anno un corso professionale per Amministratori di condomini e immobili (www.anacimilano.it). Per superare il percorso di studio e ottenere quindi l’attestato, è necessario superare un esame articolato in prove scritte e orali. Gli allievi ammessi a frequentare il corso ricevono anche il supporto dell’Associazione per quanto riguarda consulenze e aggiornamenti.

Per diventare amministratore si possono frequentare anche gli appositi corsi proposti dall’Anammi (Associazione nazional-europea degli amministratori di immobili), che con i suoi oltre 13 mila iscritti è la più grande del settore.  Anche qui, al termine del corso, è prevista una verifica finale che permetterà, in caso di esito positivo, di ottenere l’attestato che certifica la competenza professionale acquisita. Maggiori informazioni si possono reperire sul sito web www.anammi.it.

La professione rientra tra quelle “senza albo”, cioè per le quali non è necessario essere iscritti ad un Albo professionale per poter esercitare; un sistema nazionale di certificazione non obbligatoria certifica però la qualità e le qualifiche di questi professionisti, offrendo così delle garanzie ben precise ai condòmini.

I doveri degli amministratori sono molteplici e complessi: devono eseguire le delibere dell’assemblea, convocarla una volta l’anno per il rendiconto, far rispettare il regolamento condominiale, dare sanzioni a chi lo viola, disciplinare l’uso delle cose e degli spazi comuni. Dovrà poi riscuotere i contributi, erogare le spese occorrenti alla manutenzione, perseguire i condòmini morosi, eseguire gli adempimenti fiscali per pagare i dipendenti, i fornitori e gli eventuali custodi. Tra i compiti di un amministratore condominiale c’è anche la tenuta dei registri condominiali, la conservazione di tutta la documentazione sulla gestione e la presentazione dell’attestazione relativa allo steso dei pagamenti e delle eventuali liti in corso. Infine dovrà redigere il rendiconto annuale e farlo approvare dall’assemblea entro 180 giorni.
Per quanto riguarda il compenso, secondo le tariffe suggerite dall’Associazione Nazionale Amministratori di Immobili un amministratore può guadagnare circa 220 euro mensili a condominio. Moltiplicando questa cifra per una quindicina di condomini si arriva ad uno stipendio mensile di tutto rispetto.

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