Una professione poco conosciuta del mondo del cinema e della televisione è quella del doppiatore, un lavoro affascinante che però richiede sensibilità, dedizione, una buona dose di talento e un percorso formativo ad hoc.
Il doppiatore è un professionista che presta la sua voce per film, cartoni animati, spot pubblicitari, per la voce fuori campo dei documentari e persino per i videogiochi.
L’Italia è uno dei Paesi che vanta i migliori professionisti in questo campo soprattutto grazie ad una lunga tradizione che risale all’epoca fascista, quando i film in lingua straniera erano proibiti. Tra questi nomi possiamo ricordare, ad esempio, Claudio Sorrentino, Luca Ward e Giancarlo Giannini.
Spesso, addirittura, la bravura dei doppiatori sembra superare quella degli interpreti del film, dal momento che devono emozionare lo spettatore senza l’aiuto della gestualità. E’ chiaro, quindi, che questo mestiere non si può improvvisare: oltre a doti caratteriali come sensibilità e determinazione, servono altre caratteristiche, tra le quali la principale è senza dubbio la voce, che deve essere gradevole o particolare. Questa caratteristica deve essere coltivata per valorizzare al meglio il timbro. Servono poi dimestichezza con il microfono e un’ottima dizione, cioè la capacità di pronunciare le parole in maniera corretta e senza inflessioni dialettali; per questo è bene seguire studi di dizione, fonetica e recitazione.
Un titolo di studio specifico non è necessario per diventare doppiatore, anche se una laurea in scienze dello spettacolo o in lettere non guasta, ma ci sono percorsi formativi offerti da scuole di recitazione e di teatro che possono dare una solida preparazione.
La maggior parte di queste scuole si trova a Roma, centro del cinema e sede di cinecittà, e a Milano, dove c’è la possibilità di specializzarsi per le fiction e le pubblicità. A Milano, ad esempio, ci sono il Cta, la scuola dell’Adc e quella della Dream&Dream e la scuola di Federico Danti, mentre a Roma una delle scuole più note è quella di Roberto Chevalier. Anche Torino può vantare ottime scuole, come l’Ods e la Sergio Tofano di Mario Brusa.
E’ inoltre importante frequentare il più possibile le sale di doppiaggio per imparare sul campo i trucchi del mestiere e confrontarsi con professionisti del settore: non solo doppiatori, ma anche traduttori, fonici, assistenti e dialoghisti. Anche partecipare a casting e provini è un modo per autopromuoversi e fare esperienza.
L’ingresso nel mondo del lavoro, per un doppiatore, può avvenire tramite casting e provini oppure avendo il merito (o la fortuna) di cominciare a lavorare tramite il direttore del corso che si è frequentato, oppure, ancora, presentarsi negli studi e chiedere di assistere per capire come si lavora sul campo e avere, eventualmente, la possibilità di fare un provino.
Come in tante altre professioni, l’inizio del percorso lavorativo può essere difficile, perciò è importante non arrendersi alle prime difficoltà e tener conto che la concorrenza è molta e i ritmi di lavoro sono comunque molto intensi; servono quindi pazienza e perseveranza, ma le soddisfazioni, personali ed economiche, non mancano.
L’ultima cosa da sapere per diventare doppiatore è relativa ai compensi, che variano a seconda della produzione: film, documentari, cartoni animato, soap, spot e così via hanno tariffe diverse. E’ comunque necessario aprire la partita Iva.