Tra le varie professioni 2.0 è molto richiesto il Community Manager, esperto nella cura dell’immagine di un brand sui media digitali mediante l’efficiente gestione dei rapporti e dell’interazione tra le aziende ed i clienti. Agisce attivamente su forum, blog, social network, comunità aziendali, professional network e community dove il suo lavoro è determinante per coinvolgere gli utenti, gestire le critiche e fare in modo che si crei una vera e propria comunità intorno al brand di cui si occupa. Rispetto al passato, oggigiorno le aziende stanno progressivamente abbandonando la loro iniziale diffidenza nei confronti dei media digitali e stanno iniziando ad investire affinché la propria immagine risulti vincente anche sul web. Basti pensare al fatto che ogni azienda deve avere un account Twitter o una fan page su Facebook e risultano evidenti le numerosi possibilità lavorative del Community Manager.
Spesso definito come il PR dell’era 2.0, tale professionista oltre ad un’ottima conoscenza del web, deve possedere competenze che spaziano dal marketing alla comunicazione e, soprattutto, deve essere sempre in grado di mantenersi aggiornato e al passo con i tempi. Per svolgere tale lavoro è fondamentale avere un’eccellente padronanza dell’italiano ed una buona conoscenza di una o più lingue straniere tra cui, naturalmente, l’inglese, ma soprattutto, ed è proprio ciò che distingue gli esperti del settore, bisogna essere creativi e fantasiosi, pazienti ed inclini al rapporto con gli utenti, avere una buona cultura che consenta di spaziare tra svariati argomenti e buone doti di problem solving.
Di cosa si occupa il Community Manager? Le sue mansioni sono molte e diversificate, ma possiamo sintetizzarle nel seguente modo:
- deve conoscere a fondo l’azienda per cui opera, le sue caratteristiche, i suoi prodotti, la mission, il mercato di riferimento e la concorrenza;
- in base alle richieste e agli obiettivi dell’azienda deve innanzitutto occuparsi di pianificare e progettare la struttura della comunità e degli eventi;
- deve scegliere le categorie di discussione e, soprattutto, deve essere capace di ascoltare e supportare le esigenze degli utenti che partecipano alla community cercando di sviluppare discussioni interessanti, di coinvolgere anche coloro che non partecipano attivamente e, in caso di conflitti o crisi, deve riuscire a mediare affinché l’immagine aziendale non venga danneggiata;
- deve offrire dei dati reali sul feedback degli utenti mediante la redazione di report approfonditi in relazione alle attività e alle interazioni che avvengono sui social network e sui blog.
Mediante il suo lavoro si può affermare che diviene il volto, ma soprattutto la voce del brand sul web. Per diventare Community Manager non vi è un percorso ben definito e strutturato, ma di certo è fondamentale fare un bel po’ di gavetta e maturare della valida esperienza nella gestione dei social network. In generale, le aziende cercano soprattutto laureati nell’ambito della comunicazione o del marketing, ma tali conoscenze “scolastiche” devono necessariamente essere integrate alla capacità di saper gestire e veicolare campagne pubblicitarie e al sapere rapportarsi con gli utenti. Solitamente chi svolge tale professione, ha iniziato creando un blog personale o gestendo i propri account su Facebook e Twitter per poi iniziare a collaborare con le aziende mediante uno stage o un periodo di prova. In alcuni casi si è devi e propri dipendenti dell’azienda, ma questo solo nei casi in cui si parla di realtà grandi e affermate, mentre nella maggior parte dei casi il Community Manager è un freelance che viene pagato per i suoi servizi.
Senza alcun dubbio è una figura molto ricercata, una delle professioni 2.0 che sta riscuotendo maggiore successo. Se siete interessati ad approfondire tale argomento e volete saperne di più in proposito potete consultare il profilo professionale del Community Manager tracciato secondo le direttive CEN.