Quali sono le facoltà che danno più lavoro e le lauree più richieste? Insomma, è una decisione tutt’altro che semplice, soprattutto in questi ultimi tempi in cui la continua innovazione tecnologica crea professioni sempre nuove, che qualche anno fa non ci saremmo nemmeno immaginati, e ne porta altre alla scomparsa o quasi.
Vediamo quindi quali sono le lauree più richieste e le facoltà con più sbocchi lavorativi, almeno in questo momento, e quali saranno presumibilmente le lauree più richieste nel futuro. Bisogna però tenere bene in mente che il quadro è in continua evoluzione.
A farlo ci aiuterà il rapporto AlmaLaurea 2019 sul Profilo e sulla Condizione occupazionale. L’indagine ha coinvolto 75 università italiane, 280 mila laureati nel 2018 e 640 mila laureati di primo e di secondo livello nel 2017, 2015 e 2013, quindi rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo di studio.
Lauree più redditizie: largo agli ingegneri
Ingegneria si conferma come una facoltà che permette di trovare lavoro in tempi abbastanza brevi. Il suo tasso di occupazione è del 93,2% a cinque anni dal conseguimento del titolo, con una retribuzione netta mensile media di poco più di 1.700 euro. Si tratta di un corso impegnativo, sia per la selezione che viene effettuata sia per la sua durata, ma bisogna dire che sembra valerne la pena. Inoltre ognuno – test di ingresso permettendo – può scegliere la specializzazione che gli è più congeniale: ingegneria informatica, ingegneria navale, ingegneria delle telecomunicazioni, ingegneria elettronica o chimica oppure ingegneria gestionale, tanto per citare qualche ramo di questo vasto settore.
Le professioni sanitarie, un evergreen che non passa di moda
Si confermano fortissime sia nella triennale che nella magistrale le facoltà legate alle professioni sanitarie, che da qualche anno sembrano essere gettonatissime. I numeri lo confermano: secondo il rapporto AlmaLaurea, a cinque anni dal conseguimento del titolo di studio circa il 90% dei laureati risulta occupato, con uno stipendio medio mensile di circa 1.500 euro.
Anche in questo caso non sarà difficile trovare il settore che più corrisponde alle proprie aspirazioni: si può infatti scegliere, ad esempio, l’indirizzo in Professioni sanitarie della riabilitazione, che comprende anche Fisioterapia e altri indirizzi specializzati, oppure Infermieristica e Ostetricia per quanto riguarda le lauree di primo livello. Chi decide di proseguire con una laurea magistrale di altri due anni può puntare su Scienze delle professioni sanitarie delle prevenzione oppure su Scienze infermieristiche e ostetriche, tanto per fare un paio di esempi, che portano il tasso di occupazione ad un anno dalla laurea ad oltre il 95%.
Lauree più richieste: statistica, per chi ama lavorare con i numeri
La statistica è un campo di studio che sembra essere molto apprezzato dalle aziende e che rimane quindi tra le lauree più richieste, che sembrano dare uno sbocco lavorativo abbastanza sicuro. Anche in questo caso il tasso di occupazione sfiora il 90% a cinque anni dalla laurea, con uno stipendio medio di poco meno di 1.600 euro al mese. La specializzazione che sembra avere più successo in termini di occupazione è Modellistica matematico – fisica per l’ingegneria, seguita da Scienze statistiche e Fisica.
Lauree “inutili”, c’è anche Scienze per la conservazione dei beni culturali
In un Paese come l’Italia, che possiede un immenso patrimonio artistico e culturale, un laureato in Scienze per la conservazione dei beni culturali spesso finisce per fare un altro lavoro, non attinente con il suo titolo di studio e con le sue aspettative professionali. Paradossale, vero?
Laurea o diploma: laurearsi conviene?
È la domanda che quasi tutti gli studenti alle prese con la scelta del corso di laurea si pongono: laureasi conviene? La risposta di AlmaLaurea non lascia spazio a dubbi: un titolo di laurea diminuisce il rischio di rimanere disoccupati perché fornisce gli strumenti culturali e professionali adatti a reagire ad un mercato del lavoro in continuo cambiamento.
Anche in questo caso i numeri rendono meglio l’idea: nel 2018 il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni è stato di 78,7% tra i laureati e del 65,7% dei diplomati. I laureati, inoltre, guadagnavano il 38,5% in più.
Le armi in più a disposizione degli studenti
Scegliere una delle facoltà che danno lavoro spesso non basta: bisogna curare la propria preparazione anche in maniera autonoma, arricchendo il più possibile il proprio percorso di studi. In particolare sono molte utili le cosiddette “esperienze trasversali”: un’esperienza lavorativa durante gli studi, sempre secondo AlmaLaurea, aumenta le possibilità di trovare un lavoro una volta laureati del 39%. Stesso discorso per le conoscenze informatiche e per le esperienze all’estero, come l’Erasmus.