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Talent Garden, nasce il campus per l’innovazione alimentare
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Talent Garden, nasce il campus per l’innovazione alimentare

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Per le startup che vogliono muoversi nell'innovazione del settore food l'occasione ideale, da poco anche a Milano, è trovarsi insieme nello spazio Talent Garden.

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Da poco a Milano è nata una vera e propria Isola (dal nome del quartiere in cui è stato inaugurato, poi diventato anche quello proprio della struttura) innovativa. Parliamo del terzo campus Talent Garden, un ponte che mette in contatto le startup con le aziende più grandi, unite dallo stesso obiettivo: portare verso il futuro tecnologico il settore del food. Un centro imponente, di 2000 metri quadri di superficie e ben 180 postazioni di lavoro, senza contare le due aule dedicate all’Innovation School, cioè la scuola di Talent Garden che forma i futuri professionisti del Foodtech con uno sguardo internazionale. Scopriamo cosa cela al suo interno questo spazio per cui sono stati investiti 1.5 milioni di euro.

Talent Garden: di cosa si tratta

Questa piattaforma di networking e di formazione è ormai la più grande in tema di digitalizzazione a livello europeo. Al piano terra dell’edificio, situato nel palazzo della Regione Lombardia, il Tag numero 26: Talent Garden infatti è già presente in altri 8 Paesi ed è pronto a inaugurare altre 20 sedi, di cui Milano è la numero 26. Abbiamo a che fare dunque con un progetto corale, che è ancora in espansione grazie al finanziamento di 44 milioni di euro. Le aperture a Torino all’Ogr Tech e a Roma Ostiense faranno compagnia alle prossime di Madrid e Vilnius. All’interno di ciascun centro, il focus sviluppa la tematica dell’innovazione tecnologica nel settore alimentare dal punto di vista della sostenibilità.

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Pixabay | jarmoluk

Ma chi meglio di Davide Dattoli, Founder e CEO di Talent Garden, può spiegare questo progetto ambizioso? “Il foodtech è la tecnologia più antica del mondo, la storia dell’uomo è avanzata evolvendo i processi e le tecniche di produzione ma oggi il tema non è più solo dar da mangiare a tutti ma come farlo senza distruggere il pianeta.

Nel 2050 sulla terra ci saranno quasi 10 miliardi di persone e lo sviluppo come è stato interpretato fino ad oggi, non è più sostenibile. Per questo, come attori attivi dell’ecosistema di innovazione e del digitale, abbiamo deciso di investire in questa direzione”.

Il Talent Garden di Milano

All’interno del nuovo campus meneghino hanno trovato casa già 30 startup, che potranno fare il loro ingresso nel mondo corporate, confrontandosi con la comunità internazionale connessa al progetto Talent Garden. Alcuni brand molto conosciuti, compongono l’advisory board: Accenture, Eately, Lavazza, Unilever, Var Group, Electrolux; poi Blu1877 di Barilla, Future Food Institute e Gambero Rosso. Questo fantastico team sostiene le attività innovative e fornisce un servizio di mentoring per sviluppare i progetti. Infine, per il 2020, prevede anche un master dedicato alla digitalizzazione del food.

Ma diamo un nome a questi top manager aziendali che hanno voluto contribuire alla crescita del Talent Garden: Gianfranco Chimirri, direttore Risorse Umane e Comunicazione di Unilever Italia; Sergio Cravero, chief marketing officer di Lavazza; Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso; Marcello Dalla Costa, managing director di Consumers Goods & Services lead for ICEG; Francesca Moriani, CEO di VarGroup; Andrea Guerra, CEO Eataly; Michela Petronio, vice presidente di Blu1877; Ettore Prandini, presidente di Coldiretti; Sara Roversi, founder di Future Food Institute; Manuela Soffientini, presidente e CEO di Electrolux Appliances S.p.a.

Quali sono le startup allevate da Talent Garden

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Pixabay | Geralt

Gli ambiti in cui sono operative le startup incubate dal Talent Garden spaziano dal marketing alla distribuzione, dal packaging alla produzione. Per darvi un’idea più precisa di alcune delle realtà che crescono all’interno del nuovo campus, un nome è quello di ristaranti.it, che offre l’opportunità per i ristoratori di creare app personalizzate in grado di gestire gli ordini, le prenotazioni e i voucher per gli sconti.

Un altro esempio è Mr. Ideas, che tiene sotto controllo i campi agricoli attraverso l’uso di droni, controllando che se la passino bene, valutandone lo stato di salute e i parametri di acidità e zucchero contenuti nei grappoli d’uva con le telecamere termiche. Poi, Meracinque di Verona, un’azienda familiare che ha trovato nuova vita con cinque sorelle venete che hanno rivoluzionato l’impresa ereditata dal padre, trasformandola in un’attività di internet farming 4.0, in cui la coltivazione del riso Carnaroli è diventata innovativa.

L’ultimo caso che citiamo è Quomi, un sistema che permette la consegna a domicilio di ingredienti richiesti dall’utente finale, nella giusta quantità: pensate di dover preparare una tagliata di chianina o un salmone con limone e pepe rosa, senza incorrere in sprechi alimentari. Bene: ora è possibile.

Talent Garden intercetta la tendenza del food tech

Ma da dove nasce questo trend che sposa l’innovazione e il cibo? Secondo l’Europe Agrifood Tech Funding Report, già nel 2018 è stato registrato un aumento del 200% dei finanziamenti dedicati alle startup upstream, ovvero quelle che agiscono a pari passo con un’azienda agricola o insieme alla supply chain del rivenditore. Per il 2022 è previsto un investimento totale di 250 milioni, quindi è evidente come questo tema sia considerato fondamentale per il futuro del settore food.

Le parole del vice presidente & country manager Italia di Talent Garden, Luca Materinini

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Pixabay | Monoar

“La nostra nazione, in campo foodtech, può diventare senza dubbio un’eccellenza. In quest’ottica stiamo lavorando per dare modo ai nostri promettenti startupper non solo di essere sempre più innovativi, ma anche di portare avanti progetti di sostenibilità a lungo termine. Se, infatti, gli investimenti in startup sono cresciuti del 200% nell’ultimo anno, allo stesso tempo il settore Foodtech in Italia deve ancora compiere molti passi in termini di innovazione”.

E commenta Davide Dattoli, invitando alla riflessione: “Sebbene l’Italia sia il terzo ecosistema europeo per investimenti, dietro al Regno Unito e alla Francia, l’Europa rappresenta solo il 9% dei finanziamenti mondiali in ambito foodtech. La vera sfida dei prossimi anni, pertanto, sarà quella di produrre in modo diverso. Rispettando quello che, oggi, il consumatore chiede e si aspetta. Al centro c’è lo sviluppo degli strumenti a sostegno della tracciabilità e della trasparenza della filiera verso una sempre più diffusa digitalizzazione aziendale“.

ll lavoro di Talent Garden per l’utente finale

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Pixabay | burhankhawaja

All’interno di Talent Garden, però, l’attenzione non è solo per le realtà imprenditoriali che vogliono creare nuove soluzioni sostenibili. Il vero protagonista dell’innovazione resta il consumatore: va bene essere un punto di connessione tra startup e grandi aziende, ma Talent Garden vuole esser soprattutto un ponte tra i pionieri del foodtech e chi usufruirà di queste nuove tecnologie. Si annulla così la distanza quasi elitaria tra la parte di ricerca e sviluppo e l’utente finale.

Come ha affermato in occasione dell’inaugurazione di Talent Garden Veronica Barbati, presidente nazionale di Coldiretti Giovani: “In questo spazio si restituisce centralità al consumatore in un’ottica 4.0. Quello che qua intendiamo fare è cercare di colmare quel gap che, a volte, esiste tra le corporate del food e le startup di settore”.

Si aggiunge la voce dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia, Fabio Rolfi: “Quello del Foodtech è un settore strategico sia per la nostra Regione che per la nostra Nazione. Talent Garden aiuta startup ed imprese, e stimola le occasioni di matching”.

Talent Garden è a Milano che aspetta gli startupper più affezionati al cibo, per portare avanti i progetti più sostenibili. Lo spazio c’è, mancate solo voi e le vostre idee innovative!

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