Lavorare nel mondo della musica non vuol dire solo afferrare una chitarra e un microfono per esibirsi su un palco: in questo affascinante ambito c’è molto di più. Avere talento musicale è una buona cosa, ma non è sempre richiesto per entrare a far parte di questo mondo. Il web e le varie piattaforme di streaming – quindi ancora una volta stiamo parlando di innovazione tecnologica che irrompe e cambia le carte in tavola – hanno cambiato profondamente l’industria discografica. Ciò ha creato nuove professioni oppure cambiato il modo di interpretare quelle già esistenti. Vediamo come!
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Lavorare nel mondo della musica conviene: un po’ di numeri
Dal giradischi alle piattaforme di streaming, passando per musicassette e cd, c’è qualcosa che non cambia, ed è il piacere di ascoltare la propria musica preferita. E se poi è ancora più fruibile, in ogni luogo e in ogni momento della giornata, meglio ancora.
I numeri lo dimostrano: l’industria musicale, sia a livello italiano che mondiale, negli ultimi anni ha conosciuto una crescita per quanto riguarda il volume di affari e il numero di persone a cui dà lavoro.
I dati pubblicati nel Global Music Report 2018 della Federazione Internazionale dell’Industria Discografica (IFPI) parlano chiaro: dal 2016 al 2018 il trend è stato in crescita. Entrando più nel dettaglio, il giro di affari a livello mondiale del 2016 era superiore del 5,9% rispetto a quello dell’anno precedente. Nel 2017 è cresciuto ancora dell’8,1%, raggiungendo i 17,3 miliardi di dollari.
Non è tutto: una ricerca di Goldman Sachs, che non è solo una delle più importanti banche del pianeta, ma anche un interlocutore autorevole quando si parla di settori sui quali investire, ha stimato che entro il 2030 il settore sfonderà il tetto dei 41 miliardi di dollari di volume d’affari.
Un bel risultato, se si pensa che solo nel 1999 valeva “solo” 26,8 miliardi di dollari!
Come è cambiato il mondo della musica
Rispetto al 1999 non sono cambiati solo il volume d’affari e lo scenario musicale (se in meglio o in peggio lo lasciamo decidere a voi), ma anche l’intera industria musicale. Le professioni che vi operano non fanno eccezione: nuove figure hanno fatto capolino, altre si sono riviste e aggiornate per rimanere al passo con i tempi.
Lavorare nel mondo della musica oggi, infatti, non significa più (solo) avere sensibilità musicale e senso degli affari, ma anche avere a che fare con la sua profonda trasformazione digitale. Già nel 2017, infatti, lo streaming è diventato la prima fonte di guadagno del settore, raggiungendo i 176 milioni di utenti che usufruivano di questi servizi a pagamento.
Un focus sullo streaming
Sempre secondo il Global Music Report 2018, lo streaming rappresenta il 38,4% dei ricavi totali dell’industria discografica. Queste entrate compensano il calo delle vendite dei supporti fisici come dischi e cd, che seppure in ripresa segnano un -5,4%, e dei download, che hanno perso oltre il 20%.
Quando parliamo di streaming non possono che venire in mente Spotify, piattaforma nata nel 2006 da un’idea di Daniel Ek, e Deezer, che permette di ascoltare musica da ogni dispositivo, sia online che offline. Questo con il vecchio giradischi non era possibile, vero?
E la possibilità di ascoltare la propria musica ovunque non è tutto: pensiamo anche alla comodità di avere milioni e milioni di brani diversi in un dispositivo grande come… il proprio smartphone!
Le nuove professioni del mondo della musica
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Lo streaming è quindi attualmente la modalità prevalente di ascolto della musica in tutto il mondo, con un corollario di piattaforme e strumenti di commercializzazione online che vanno conosciuti profondamente, gestiti e sfruttati al meglio.
Ciò richiede professionisti esperti, che abbiano skill digitali e conoscenza delle nuove strategie di marketing sul web. E’ ovvio quindi che l’industria musicale offre buone opportunità di lavoro.
Cominciamo dalle professioni della musica online, che si occupano di ogni aspetto legato all’economia delle piattaforme online, alla promozione, alla commercializzazione e al marketing.
Sono tutte figure accomunate non dal talento musicale, ma dalle competenze digitali e dalle conoscenze tipiche dell’Information & Communication Technology.
Ci sono in particolar modo alcune professioni che prima dell’avvento dello streaming non esistevano. Vediamole insieme!
Cos’è e cosa fa il Curation Manager
Streaming fa rima con playlist: questo strumento permette non solo di usufruire di un flusso ininterrotto di musica, ma anche di scoprire nuovi brani. Questo fa capire quanto sia importante per un giovane artista, ma anche per un cantante già affermato, che il suo brano entri a far parte di una playlist molto seguita creata per una piattaforma digitale, ad esempio su Spotify.
E’ proprio di questo che si occupa il Curation Manager: di inserire le novità più interessanti nelle varie playlist, spesso decretandone il successo.
Streaming platform data analyst: chi è?
Quando usiamo una piattaforma di streaming non stiamo solo ascoltando buona musica, ma anche fornendo una grande quantità di dati in tempo reale alla piattaforma che stiamo utilizzando. Stiamo comunicando, ad esempio, i nostri gusti in campo musicale, le nostre abitudini, il tempo che dedichiamo all’ascolto. Cosa fare di questi preziosi dati? Analizzarli, è ovvio! Questo è il compito dello Streaming platform analyst, che si occupa appunto di analizzare i dati e i trend di ascolto dello streaming. E’ un ruolo molto tecnico, che richiede predisposizione all’analisi dei flussi di dati.
Professioni del mondo della musica: il sync manager
La musica pervade praticamente ogni momento della nostra quotidianità. Il mondo della comunicazione non fa eccezione e spesso un prodotto è “raccontato” anche attraverso le emozioni suscitate da un brano musicale. Il Sync Manager si occupa di scegliere i brani “giusti” che faranno da colonna sonora a spot, serie tv, film, prodotti audiovisivi e tanto altro ancora.
Youtube & video content manager
Poter offrire anche una parte visuale è diventato cruciale per il successo di un brano musicale, soprattutto se si pensa a piattaforme come YouTube. Il video content manager si occupa proprio di questo: dei contenuti audiovisivi che vengono distribuiti su piattaforme come YouTube e Vevo.
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Gli altri professionisti della musica online
Ci sono poi molte altre figure professionali che gravitano intorno al mondo delle case discografiche e dell’industria della musica, che in vari modi contribuiscono al successo di un brano musicale o di un artista. Tra queste possiamo citare, ad esempio:
- copywriter, che si occupa della scrittura pubblicitaria per attrarre e fidelizzare fan e clienti;
- content editor: il suo ruolo è quello di elaborare una strategia di content marketing per creare un legame tra la casa discografica e una community di fan;
- social media manager: segue la strategia social per conto dell’etichetta discografica o di un artista;
- blogger e vlogger: entrambi contribuiscono alla produzione di contenuti, testuali o video, per promuovere etichette o artisti;
- e-commerce manager: gestisce le strategie di vendita sul web e su apposite piattaforme online.