Ci invita a comportarci in maniera da farci accettare di nuovo grazie a un qualche comportamento in grado di riparare il torto. In generale, il senso di colpa porta con sé un impulso positivo a rendersi ben voluti, ma, proprio per lo stesso motivo, a volte può capitare che capi e colleghi lo usino per manipolarci.
LE ORIGINI SANE DEL SENSO DI COLPA
Malesseri fisici, emozioni, sentimenti sono messaggi che ci invitano a compiere piccoli o grandi cambiamenti, come nel caso del mal di schiena che ci porta a prenderci un riposo che ci stiamo negando, o la frustrazione che ci spinge a cambiare lavoro.
Il senso di colpa da parte sua ci invita a prenderci la nostra responsabilità rispetto a un danno che abbiamo procurato, potremmo procurare o potremmo evitare a qualcuno del nostro gruppo di appartenenza, includendo l’organizzazione in cui lavoriamo. In generale nasce dall’esigenza dell’essere umano di essere e sentirsi ben voluto dal gruppo che gli dà quella cura e quella sicurezza che non sarebbe in grado di darsi da solo. Chi lo prova percepisce il pericolo di essere allontanato e sente l’impulso di offrire una riparazione.
O TI STAI FACENDO MANIPOLARE?
Se il senso di colpa coincide con una colpa effettiva, non resta che scusarsi (puoi apprendere qui come scusarsi nella maniera più efficace) e mettere in atto un comportamento per riparare al danno. Ma è anche vero che ingenerare senso di colpa può essere un’arma potentissima per farti compiere qualcosa che non vorresti e non dovresti fare.
Ed è di questo che desidero parlarti: come difendersi dai manipolatori che usano il tuo senso di colpa. E possiamo lavorarci su perché siamo noi a procurarci questo malessere, è una parte di noi quella che, credendoci realmente colpevoli, collude con la persona “esterna” che ci fa soffrire (ne abbiamo parlato anche a proposito di censura interiore e paura del fallimento).
Non è difficile che accada. Da bambini abbiamo imparato a mettere da parte le nostre esigenze per farci amare dalla nostra famiglia e poi dalla società. Se però non riusciamo a sentirci capaci di badare a noi stessi, oppure crediamo che ci vogliano delle performance straordinarie per essere ritenuti “degni”, allora è facile essere preda dei sensi di colpa.
Hai forse l’abitudine a rispondere ai bisogni degli altri prima dei tuoi? Non ti senti autosufficiente e capace di affrontare momenti di conflitto? Sei molto esigente rispetto a come dovresti essere tu o a come dovrebbero essere le tue prestazioni? Potresti allora sentirti in obbligo di agire anche contro le tue esigenze e i tuoi valori perché se non lo fai qualcuno soffrirà troppo per causa tua, o ti esporrai a una ripercussione che va dal rimprovero al licenziamento, oppure ancora non sei all’altezza dei supposti standard del tuo contesto.
In generale, finisci per farti portare in una realtà fittizia nella quale esiste un solo modo per rispondere al problema (se esiste) che non è altro che quello che il manipolatore ti propone. Vieni così meno alla tua responsabilità adulta, intesa come possibilità di scegliere come rispondere ai problemi in base ai tuoi valori e alle tue specificità.
FATTI UN PAIO DI DOMANDE PRIMA DI REAGIRE
Tieni a mente i tuoi valori. Le nostre scelte, quando sono fatte a partire dal nostro essere più autentico e quindi ci fanno stare bene, sono coerenti con le nostre priorità. Tienile sempre a mente. Quando hai delle reticenze rispetto a delle azioni che ti sono richieste, cosa puoi fare che sia più in linea con i tuoi valori?
Prenditi il tempo. Quando arriva l’impulso a reagire per senso di colpa, prenditi un momento. Intanto perché almeno sentirai di aver fatto una scelta, e poi perchè potrai darti l’opportunità di agire al di fuori del solito “copione”. Sei davvero in torto? Quello che ti si chiede è una tua responsabilità? E, comunque, non c’è un altro modo per risolvere il problema?
Fai un inventario delle affermazioni che fanno sentire colpevole. Sin da bambini maturiamo delle convinzioni su come dovremmo essere considerati dagli altri e magari ci sono delle apparenze a cui teniamo particolarmente e che diventano dei punti deboli. Sei sicuro che se fai o non fai una certa cosa non sarai più considerato bene, rispetto all’immagine che ti sta a cuore? E da chi?
Non sentirti perennemente in debito. Se ti senti in dovere di aiutare o di rimediare a un torto, ricordati che non ti si può chiedere qualunque cosa, né per sempre. Quando proponi una riparazione che ritieni equa, non sei obbligato a dare di più. Ti viene richiesto sempre di più? Il tuo debito morale non finisce mai?
Prova a ridimensionare le tue aspettative. Quando ci sentiamo obbligati a dare molto in termini di disponibilità e prestazioni, in realtà siamo noi i primi a sentirci (e abbiamo bisogno di confermare di essere) dei Superman e delle Wonder Woman. Non è davvero possibile offrire prestazioni differenti, chissà minori, rispetto a quelle richieste?
Ricordati che quello che capita agli altri dipende marginalmente da te. La nostra vicinanza al prossimo e il nostro naturale altruismo ci spingono a considerarci in obbligo verso gli altri, ma anche, con una punta di narcisismo, in grado di interferire positivamente o negativamente sulla vita degli altri o sul destino della nostra organizzazione. Davvero ciò che accade, o che potrebbe accadere, ha a che fare con il tuo comportamento?
NON SARÀ CHE SEI SULLA BUONA STRADA, LA TUA?
Insomma, se i tuoi comportamenti effettivamente violano le regole morali della tua organizzazione (e soprattutto vuoi continuare a farne parte integrante), allora è segno di maturità assumersi le proprie responsabilità.
Quando invece cominci a capire che il senso di colpa che stai provando non è giustificato, ti invito a fermarti un momento e considerare che forse è proprio quello il segnale che sei su una strada tutta tua, una strada che gli altri non riescono ancora a comprendere. Ci allerta Paulo Coelho: «proprio nel momento in cui tutto sta andando bene e hai il tuo sogno a portata di mano, dovrai essere più attento che mai. Perché, quando l’avrai fatto, avrai un enorme senso di colpa».
Per chi volesse approfondire, consiglio la lettura di due testi interessanti
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