Fotografi e informatici, certificatori energetici, amministratori di condominio e pubblicitari, ma anche massaggiatori, osteopati e maestri di yoga. Queste e molte altre professioni sono accomunate dal fatto di non prevedere per i propri operatori l’iscrizione ad un albo professionale o ad un collegio. Secondo la legge, questi lavoratori senza albo svolgono “attività economiche anche organizzate, volte alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi esercitate mediante prevalente lavoro intellettuale, non riservate per legge a soggetti iscritti a albi o elenchi”.
In Italia si stima che siano circa 3 milioni le persone impiegate nelle 150 e più professioni che non prevedono un esame di stato per poter entrare a far parte di un ordine professionale.
Tra questi ci sono sicuramente lavoratori molto capaci e altri che lavorano in maniera più approssimativa: come capire a chi affidarsi minimizzando la possibilità di incorrere in brutte sorprese? Proprio per rispondere a questo interrogativo, molti professionisti si stanno dotando di una certificazione professionale che attesta la qualità dei servizi offerti. In Italia sono già oltre 80 mila i lavoratori che possono esibire questo “bollino di qualità”, ma molti altri sono in lista per conseguire questo riconoscimento valido a livello internazionale. Questa certificazione non è obbligatoria, ma offre ai professionisti che lo ottengono la possibilità di vendere in maniera qualificata i propri servizi in Italia e all’estero, dando al tempo stesso la garanzia al cliente di essersi rivolto ad un professionista competente.
Il lavoratore che intende ottenere il bollino deve rivolgersi ad un organismo riconosciuto da Accredia, al momento l’unico ente nazionale che può accreditare i certificatori. Di solito viene chiesto di seguire un corso di formazione che prepara all’esame, che a seconda delle professioni può essere teorico o pratico. La spesa per la prima certificazione si aggira tra i 600 e gli 800 euro, ma ogni anno va verificata e ogni tre anni rinnovata, per un totale di altri 300 euro all’anno.
Solitamente queste professioni offrono buone prospettive di guadagno; questo, unitamente al fatto di non dover sostenere un esame per accedere ad un ordine professionale, attira sempre più lavoratori, soprattutto di giovani età.
Tra le attività lavorative senza albo professionale più invitanti dal punto di vista economico c’è quella dell’amministratore di condominio, che – secondo le tariffe suggerite dall’Associazione Nazionale Amministratori di Immobili – può guadagnare circa 220 euro mensili a condominio. Moltiplicando questa cifra per una quindicina di condomini si arriva ad una cifra mensile di tutto rispetto.
I tributaristi, cioè coloro che calcolano le tasse dovute al fisco da un’azienda sulla base di introiti e fatturato, arrivano a guadagnare tra i 30 mila e i 50 mila euro annui a seconda della posizione ricoperta; buone prospettive economiche anche per i patrocinatori stragiudiziali, che valutano le pratiche di risarcimento a persone danneggiate.
Compito degli ispettori è invece quello di valutare ogni aspetto di un’azienda, segnalando eventuali problemi e suggerendo come risolverli; il tutto per un compenso annuo che varia dai 40 mila ai 100 mila euro. Quarantamila euro annui è il minimo annuale anche per la figura professionale dell’auditor, un consulente esperto nel valutare i dati contabili delle aziende e nel dare suggerimenti relativi a strategie di ottimizzazione del lavoro, tagli di spesa e debolezze strutturali.
Chi predilige lavori manuali può dedicarsi al mestiere di saldatore, cioè un lavoratore specializzato che lavora con il metallo: deve saper saldare qualsiasi materiale e anche essere in grado di gestire documenti tecnici. Il suo stipendio è più alto del 50% circa rispetto a quello degli altri operai, e si arrivano a percepire anche 3 mila euro al mese.