Da oggi sarà forse più facile: è infatti nata una laurea per diventare influencer, ed è una iniziativa tutta italiana.
Non è una novità che ai profili professionali più classici se ne aggiungano sempre di nuovi, nati dal progredire delle nuove tecnologie, dai cambiamenti sociali e per rispondere a nuove esigenze. Una delle nuove professioni è quella dell’influencer, di cui è portabandiera la nostrana Chiara Ferragni.
Chi è l’influencer e cosa fa
Negli ultimi anni internet e il mondo dei social sono diventati delle fonti di guadagno per molte figure professionali che fino a poco tempo fa non esistevano nemmeno. Neanche le aziende possono farne a meno: anche la pubblicità passa sempre di più sul web e sui social. Come fare, quindi, a raggiungere e a convincere i diversi target, soprattutto quelli più giovani? E’ qui che entra in gioco la figura dell’influencer, una sorta di testimonial 2.0. Il suo ruolo è infatti quello di direzionare consensi e di indirizzare i consumi pubblicando foto e contenuti ben costruiti sui propri profili social. La caratteristica più importante è che l’influencer ci mette la faccia e si mette in gioco in prima persona, seppure dietro allo schermo di un computer.
Non deve solo pubblicizzare in maniera spontanea e personale i prodotti di un band, ma anche creare engagement con la community di utenti che lo segue, in modo da costruire un solido legame con i suoi follower per riuscire ad indirizzarne le scelte in fatto di consumi.
Le competenze di un influencer
Un bravo influencer deve ovviamente conoscere alla perfezione le piattaforme social su cui opera e i loro meccanismi. Deve inoltre padroneggiare le principali nozioni di digital marketing, ma questo da solo non basta: per fare un buon lavoro deve risultare anche simpatico, coinvolgente e convincente, oltre ad avere la capacità di spiccare nel mondo del web.
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La prima laurea per diventare influencer
Fino a poco tempo fa le competenze per diventare influencer si acquisivano sul campo, creando e pubblicando contenuti, interagendo con i follower e prendendo spunto da altri addetti ai lavori. Ma da oggi chi vuole intraprendere questa professione 3.0 c’è anche uno specifico corso di laurea triennale, che ha l’obiettivo di formare le future star dei social network. A proporlo è l’Università e-Campus all’interno dell’offerta di Scienze della Comunicazione.
Le materie del corso di laurea
Cosa si studia per diventare influencer? Il piano di studi si uniforma in buona parte a quello di un qualsiasi corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Largo quindi a materie come Comunicazione e Nuovi Media, ma anche Diritto, Socialogia, Psicologia e Antropologia. Non possono ovviamente mancare Organizzazione Aziendale e Marketing, declinate per rispondere alle esigenze particolari di chi opera sui social media e sul web in generale.
In particolare, ecco alcune materie oggetto di studio anno per anno:
- primo anno: Semiotica e Filosofia dei linguaggi, Storia e linguaggio dei mezzi audiovisivi, Estetica della Comunicazione, Informatica;
- secondo anno: Psicologia, Sociologia, Inglese;
- terzo anno: Spagnolo, Social Media Marketing, laboratori di scrittura, un tirocinio curricolare.
Quanto costa il corso di laurea per diventare influencer?
Ma quanto costa diventare la nuova Chiara Ferragni, o almeno provarci? Le aspiranti star dei social potranno formarsi sui libri e tramite lezioni in modalità e-learning. Il costo di iscrizione a questo particolare corso di laurea è pari alla retta annuale dell’Università e-Campus, che è di 3.900 euro. A questa cifra devono essere aggiunti i costi per i diritti di prima immatricolazione, pari a 250 euro, e le tasse annuali regionali, di circa 140 euro.
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Gli obiettivi dell’offerta formativa e i dubbi del Codacons
Lo scopo della laurea per diventare influencer è quello di rendere più standardizzate le conoscenze utili per ricoprire questo ruolo in maniera professionale, senza improvvisare e senza rischiare incorrere in strategie scorrette o controverse.
Di sicuro i neo laureati in questo settore non diventeranno automaticamente influencer da migliaia di follower, capaci di trasformare qualsiasi prodotto in oro, ma avranno solide basi per approcciarsi a questa nuova professione.
Bisogna però dire che questo programma ha suscitato qualche dubbio nel Codacons, che ha deciso di presentare ricorso, chiedendo un’indagine al Ministero dell’Istruzione. Si vuole infatti verificare la validità dell’offerta formativa e tutelare quindi gli aspiranti influencer da quella che si potrebbe rivelare una semplice strategia di marketing.
I favorevoli e i contrari
Come c’era da aspettarsi, il web si è diviso tra chi ha espresso critiche e commenti poco lusinghieri e chi invece ha dichiarato di ritenere questo passo pressoché inevitabile, dal momento che – volenti o nolenti – quella dell’influencer sta diventando ormai una vera e propria professione.
L’iniziativa di e-Campus ha quindi raccolto pareri favorevoli e polemiche: resta però il fatto che probabilmente è il primo ateneo ad aver dato voce ad una nuova esigenza del mondo del lavoro, che vede i giovani sempre più attivi su web e social, tanto da trasformarli anche nel proprio posto di lavoro. Le nuove generazioni, infatti, vivono sempre di più davanti ad un monitor o allo schermo del proprio smartphone, spesso nella speranza di poter mettere a frutto questa passione, trasformandola in una fonte di guadagno.
E voi cosa ne pensate?