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Workaholism, 10 sintomi della dipendenza da lavoro
Profili social e lavoro

Workaholism, 10 sintomi della dipendenza da lavoro

Profili social e lavoro
La dipendenza da lavoro esiste esattamente come quella da shopping: si chiama workaholism e, come tutte le patologie, ha dei sintomi: scopriamo quali sono e come riconoscerli.

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Il workaholism è un nuovo termine inglese – che fa più figo – di rivistare un’antica pratica masochista che nel mondo del lavoro è stato diagnosticato ed etichettato dalla prima busta paga della storia: lo stakanovismo. Chi lavora anche quando è in bagno o chi rinuncia quasi volentieri alle vacanze per avere un po’ di tempo in più da dedicare all’azienda è affetto da questa simpatica quasi – patologia. Vediamo chi di voi l’ha contrattata!

Workaholism: da dove nasce questa definizione?

Un sinonimo del workaholism è work addiction, ovvero dipendenza da lavoro. Il fenomeno è stato introdotto in questi termini nel 1971 dallo psicologo Wayne E. Oates, che ci ha addirittura scritto un libro: Confessions of a Workaholic. È un testo nato per definire chi sente la necessità di lavorare senza sosta, quasi che la propria professione dia la stessa carica di una droga, tanto da rientrare nella categoria delle New Addictions insieme alla dipendenza da internet e dallo shopping compulsivo.

Un altro libro interessante per approfondire il tema in maniera attualizzata è “Malati di lavoro. Cos’è e come si manifesta il workaholism” di Andrea Castiello D’Antonio. Con la lettura di questi due testi, si può avere un’idea piuttosto completa di cosa si celi esattamente dietro il termine workaholism.

Come si diventa workaholic?

Il workaholism si attiva nel momento in cui il vostro lavoro è una valvola di sfogo per scappare da altri tipi di problemi personali: volete stare più a lungo possibile lontano da casa per x motivi? Non volete pensare a qualcosa di spiacevole? Nessun problema: mi carico di lavoro e tutto trova una soluzione. Difficilmente uno stakanovista troverà un datore di lavoro che gli dirà: forse dovresti staccare un attimo. Anzi, il workaholism è spesso ben visto e non considerato come un disagio patologico.

“Fun fact”: mentre in Italia questo fenomeno non è proprio riconosciuto, in un altro Paese come il Giappone non è solo conosciutissimo, ma ha trovato anche la sua traduzione specifica: il Karoshi, o morte per lavoro eccessivo, un problema piuttosto diffuso. Insomma: d’amore non si muore, cantava qualcuno. Ma di lavoro…

Come capire che ne soffre: workaholism sintomi

Sebbene chi lavora troppo sia riconosciuto a furor di popolo come una persona virtuosa, è vero proprio il contrario. Si tratta di una vera e propria forma di malessere sul lavoro e come tale va trattata. Consideriamo quindi il workaholism com’è giusto che sia: un disturbo che può esser curato. Ma prima c’è bisogno di una diagnosi: basta individuare alcuni semplici sintomi per capire se siete workaholic o meno. Pronti?

1. Dedicare più di 12 ore al giorno al lavoro

Prima che cerchiate delle giustificazioni, ecco tutti i dettagli da cui non si può scappare: state attaccati a faccende di lavoro oltre la metà della giornata, compresi fine settimane e ferie? E ora pensateci bene: lo fate perché effettivamente avete necessità economiche particolari o si tratta di qualcosa a cui dedicate tutto il vostro tempo a prescindere dalle emergenze?

workaholism

2. Il pensiero fisso del workaholism

Lavoro, lavoro, lavoro anche quando, al lavoro, non ci siete più? La mente invece di staccare e vagare tra l’ultimo film di Tarantino e l’appuntamento dal parrucchiere resta ancorata alla sedia dell’ufficio: bene, anche questo è un sintomo di workaholism. Non riuscire a uscire dall’incubo delle scadenze, dalle ansie da licenziamento e di agende di conference call è un indizio forte e chiaro.

3. Il sonno? Che perdita di tempo!

Se arrivate a sacrificare persino le ore di notte per portarvi avanti su cose che potreste tranquillamente portare a termine la mattina dopo, scatta l’allarme workasholism. Stesso discorso se lo stress da lavoro è la causa principale della vostra insonnia.

4. Il workaholism porta agli sbalzi di umore

L’altalena sentimentale che vi fa somigliare a una donna incinta all’ultimo mese di gravidanza non è un buon segnale ma sicuramente un sintomo di workaholism importante. Se ogni due ore passate dall’euforia all’insulto, dall’esser irritabile alla sonnolenza, state andando nella direzione sbagliata.

5. Astinenza da lavoro

Stare lontano dal pc o dal vostro strumento di lavoro per più di qualche ora vi manda nel panico? Siete vittime di workaholism. La crisi d’astinenza del workaholic impedisce di godersi il tempo libero (che, anzi, è un concetto che ormai non esiste più e fa paura quanto la suocera). Rovina qualsiasi tipo di pausa passata lontano da internet e cellulare, con veri e propri attacchi d’ansia.

6. Bibite energetiche ed espresso: la benzina del workaholism

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Naturalmente per mantenere i ritmi di lavoro da workaholism è necessario darsi la carica. Il corpo umano in effetti non è molto d’accordo con il sovraccarico di cose da sbrigare, nonostante la mente del workaholic sia attiva 24 ore su 24. Per trovare d’accordo ossessione e organismo l’abuso di sostanze eccitanti è uno dei sintomi per identificare chi soffre di questa patologia.

7. Sentirsi al verde

Un altro segnale allarmante è l’avere sempre la sensazione di esser in bolletta, pur avendo risparmi in grado di pagarvi un master alla Bocconi. Esser costantemente convinti di dover lavorare come schiavi, nonostante non ci sia una reale emergenza finanziaria a cui porre rimedio, è tipico degli wokaholic.

8. La perfezione non esiste

Rifate i vostri compiti duemila volte e ancora c’è qualcosa da perfezionare, oppure rivedete le bozze così spesso da aver cancellato la differenza tra traccia e prodotto finale (perché tanto non andrà mai bene)? Male: siamo di fronte alla tipica ricerca del documento platonico che non esiste ma che il bravo workaholic cercherà di raggiungere come i crociati con il Sacro Graal.

9. Assenza di vita sociale

Prima che possiate citare l’ultimo meeting di lavoro svolto in un ristorante stellato, vi fermiamo subito: gli incontri professionali restano tali anche di fronte a un piatto di pastasciutta. Se l’ultima volta che avete bevuto una birra con un amico è stato durante l’Università, sappiate che rientrate pienamente negli affetti da workaholism.

10. Ci vuole un fisico bestiale

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Stare sempre sul pezzo, al top della performance lavorativa h24 richiede dei sacrifici, e questo era chiaro: ma non solo del tempo libero e dei rapporti sociali. Il workaholism arriverà a chiedere il conto anche al vostro corpo: se vi ammalate di continuo o cominciate a soffrire di diversi disturbi, da quelli alimentari a quelli gastrointestinali, o magari avete delle forti emicranie (e la lista potrebbe continuare all’infinito), un motivo c’è. L’organismo non ce la fa e pretende una bella pausa dal lavoro.

Ed ora qualche consiglio per uscire dal workaholism

Vogliamo concludere con un cenno di speranza grazie all’aiuto della prima Master Certified Coach in Italia, Marina Osnaghi. Se ci sono 10 sintomi da monitorare, ci sono altrettanti suggerimenti per intravedere la luce alla fine del tunnel del workaholism:

  1. Perseguire un equilibrio consapevole fra i vari aspetti della vita.
  2. Trovare un mentore che possa trasferire la sua esperienza e fornire saggi consigli.
  3. Trasmettere linee guida di vita sana.
  4. Prendere come esempio qualcuno che abbia il giusto equilibrio di vita personale e professionale.
  5. Ricordarsi che la qualità della vita è un bene insostituibile.
  6. Osservare sé stessi e l’ambiente circostante, imparando a prendere una meritata pausa dal lavoro.
  7. Stilare un elenco delle attività extra lavorative preferite a cui dedicare più tempo.
  8. Fissare un obbiettivo legato al proprio benessere psicofisico e mantenerlo.
  9. Ricordarsi di vivere anche per sé stessi.
  10. Rivedere la strategia con la quale vengono affrontate le giornate lavorative, cercando di capire cosa cambiare per migliore la qualità della propria vita.

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